Mi limitavo ad amare te by Rosella Postorino

autore:Rosella Postorino [Postorino, Rosella]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2023-01-11T10:55:32+00:00

30.

Ivo volle salutare Sen e Omar, prima di congedarsi. I ragazzi erano impacciati, di certo non si aspettavano che un pezzo di Sarajevo irrompesse nella loro esistenza italiana, soprattutto Omar pareva turbato.

“E dove vai?” disse Sen, soppesandolo. Quell’abbigliamento da clochard doveva averlo impressionato. Sembrava aver perso ogni ammirazione per colui che una volta era il suo idolo. Sembrava stupirsi che lo fosse stato.

“Torno in Veneto.”

“E cosa fai in Veneto?”

“L’operaio.”

Ivo omise di raccontare come era finito lì, persino a Nada l’aveva solo accennato. Il cliente importante della madre possedeva una serie di aziende sparse per l’Europa, e tramite quella che stava in Veneto riusciva a far entrare clandestinamente armi in Bosnia. Era stato l’invito ufficiale da parte della medesima azienda a consentire a Ivo di trasferirsi in Italia.

“E quindi tu te ne andrai?” chiese Omar a Nada.

Lei guardò il fratello, che abbassò di nuovo gli occhi.

“Tranquillo”, Sen diede a Omar un buffetto, “per ora non te la porta via nessuno.”

Il suo amico le parve così gracile che Nada sentì l’impulso di allontanarsene.

In giardino, qualche giorno dopo, lui la raggiunse su una panchina. Lei stava scrivendo fitto su un foglio protocollo, di quelli che usavano per i temi in classe, poggiato su un quadernone sopra le gambe.

“Ti disturbo?”

Si affrettò a piegare il foglio e nasconderlo nel quadernone.

Quando Omar le sedette accanto, lei schiacciò con i palmi la copertina, quasi per assicurarsi che il protocollo non scivolasse fuori dalle pagine.

“Scrivevi a Danilo?”

Nada annuì.

“Una notte mi ha insegnato a nuotare. Non l’ho mai ringraziato.”

“Non mi pare che tu abbia imparato benissimo,” scherzò.

Dal Natale precedente la corrispondenza era diventata meno fitta, ma adesso doveva assolutamente raccontare a Danilo di Ivo. Non c’era più nessuna promessa da mantenere, Danilo non doveva più trovare suo fratello, e lo scioglimento di questo patto le infliggeva un maggiore attaccamento a lui, quasi potesse perderlo da un momento all’altro.

“Sono felice per te,” disse Omar.

Nada poggiò una mano sulla sua. Immaginava che cosa lo avesse sconvolto, alla vista di Ivo. Il mondo che si erano lasciati indietro era riemerso di botto. Omar aveva cercato di soffocarlo, di ridurlo ai pensieri prima di addormentarsi, a qualche picco di nostalgia e a un desiderio costante ma latente, che scatenava solo a tratti diverbi con Sen. Davanti a Ivo, invece, i quattro anni nei quali non aveva più incontrato sua madre e il dubbio che potesse essere morta, anche se lui l’aveva sempre negato, lo avevano risvegliato con la violenza di un’ustione da quel torpore cui per necessità aveva ceduto. Corri, gli ordinava certe notti la voce di sua madre. Ma doveva essere sempre più lontana, affievolita.

“Dico sul serio. Sei finalmente serena?”

Nada annuì di nuovo.

Omar si alzò. “Vieni?”

Lei strinse il quadernone e lo seguì, camminarono fino alla nicchia della Madonna. Una punta di fastidio le pizzicò la gola.

“Devo dirti una cosa.” Omar era serio.

Che ti aspetti, pensò Nada. Non ho nulla da darti.

“Domani ce ne andiamo.”

Si tenne al quadernone per non cadere. La Vergine Maria sbalordì e lei ebbe voglia di sgualcirle quel suo visetto pulito.

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