Miles. L’autobiografia by Miles Davis

Miles. L’autobiografia by Miles Davis

autore:Miles Davis [Davis, Miles]
La lingua: ita
Format: epub
editore: minimum fax
pubblicato: 2011-10-21T22:00:00+00:00


UNDICI

Fino a quel punto il modo di suonare dei piccoli gruppi era derivato perlopiù da Louis Armstrong, passando attraverso Lester Young e Coleman Hawkins fino a Dizzy e Bird, e il bebop era venuto fuori fondamentalmente da questo. Quello che tutti quanti stavano suonando nel 1958 arrivava quasi completamente dal bebop. Birth of the Cool era andato in qualche modo in un’altra direzione, ma fondamentalmente proveniva da quello che Duke Ellington e Billy Strayhorn avevano già fatto; aveva semplicemente reso la musica un po’ più «bianca», in modo da farla digerire meglio ai bianchi. E poi anche gli altri pezzi che avevo fatto, come «Walkin’» e «Blue ’n’ Boogie», che i critici avevano definito hard bop, erano semplicemente un ritorno al blues e ad alcune delle cose che avevano fatto Bird e Dizzy. Era grande musica, suonata bene e tutto il resto, ma le idee e i concetti erano stati già usati più o meno tutti da altri; c’era semplicemente un po’ di spazio in più.

Di tutta la roba che avevo fatto con un piccolo gruppo, le cose che suonammo in Modern Jazz Giants erano le più vicine a quello che volevo fare adesso: quel tipo di suono molto asciutto che tirammo fuori in «Bags’ Groove», «The Man I Love» e «Swing Spring». Vedete, nel bebop la musica ha un sacco di note. Dizzy e Bird suonavano un mucchio di note velocissime e cambi di accordi, perché era così che sentivano tutte le cose; questa era la loro voce: veloce, sempre nei registri alti. Il loro concetto di musica era aggiungere, piuttosto che levare.

Io personalmente volevo tagliare un bel po’ di queste note, perché avevo sempre pensato che molti musicisti suonavano troppo e per troppo tempo (anche se a Trane glielo perdonavo perché suonava così bene che adoravo stare a sentirlo). Ma io la musica non la sentivo in questo modo. La sentivo nei registri di mezzo e nei bassi, così come Coltrane. Dovevamo trovare uno stile che fosse adatto a quello che facevamo meglio, alle nostre voci.

Volevo che la musica di questo nuovo gruppo suonasse più libera, più modale, più africana o orientale, e meno occidentale. Volevo vederli andare oltre se stessi. Vedete, se mettete un musicista in un posto dove deve fare qualcosa di diverso da quello che fa normalmente, può farlo, ma per riuscirci deve mettersi a pensare in un altro modo; deve usare l’immaginazione, essere più creativo, più innovativo; deve assumersi più rischi. Deve cercare di spingersi oltre quello che sa, molto oltre, e questo può portarlo sopra il livello al quale ha suonato finora, e da lì ancora più su. A quel punto sarà più libero e riuscirà ad aspettarsi le cose in un modo diverso, saprà prevedere e riconoscere le novità. Ho sempre detto ai musicisti dei miei gruppi di suonare quello che sanno e poi di spingersi oltre. Perché è lì che tutto quanto può succedere, ed è lì che l’arte vera e la musica vengono fuori.

Un’altra cosa che dovete tenere



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.