Mille piccole crepe by Mariam Tarkeshi

Mille piccole crepe by Mariam Tarkeshi

autore:Mariam Tarkeshi [Tarkeshi, Mariam]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2021-06-19T12:00:00+00:00


Gennaio 2007

Thomas è un ragazzino spettinato e mingherlino, con la faccia piena di brufoli e le lenti degli occhiali sempre piene di ditate. È raro che abbia il coraggio di prendere la parola, considerando che io e Harvey siamo entrambi più grandi di lui e lui è… se stesso. Oggi invece, quando entra in sala prove, mi accorgo subito che ha qualcosa da dire. Rimuove la chitarra dalla custodia in tutta fretta, le dita che tremano e le labbra che si muovono in silenzio. È come se stesse provando e riprovando un monologo interiore.

«Vuoi condividere la storia con il resto della classe?» lo prendo in giro.

Thomas, ancora chinato sulla sua chitarra, ha un sussulto, e sbatte la testa contro l’amplificatore. «S-s-sì, s-stavo s-solo…»

Lo raggiungo. So benissimo quanto la mia vicinanza lo spaventi, e la cosa non smette mai di essere divertente. «Allora? Non abbiamo tutto il giorno.»

«E fallo respirare», interviene Harvey, seduto dietro alla batteria della sala prove in affitto. «Thomas, vai avanti. Con parole tue.»

«G-guarda che s-s-s-sto bene!» Il chitarrista è tutto intento a sbrogliare una matassa di cavi. Fa un respiro profondo e le sue mani smettono di tremare. «Credo di aver trovato una cantante. Una davvero brava.»

«Sarebbe quella Charlotte di cui ci parlavi?» domando, scettico. Ora, io questa Charlotte non l’ho mai incontrata, ma sono piuttosto sicuro che il Thomas qui presente abbia una mastodontica cotta nei suoi confronti. E non è una buona idea far suonare un adolescente brufoloso nella stessa band con la ragazza che vorrebbe farsi.

«No.» Finalmente Thomas imbraccia la sua chitarra. «Charlotte è troppo rompipalle. Sarebbe impossibile suonare con lei. E poi Judith è più brava.»

«Judith sarebbe…?»

«La sua amica.»

«Ed è gnocca quanto lei?»

«C-cosa?» Ecco che ricomincia a tartagliare. «No, non è… s-s-scusa ma quando ho detto che Charlotte è gn… gnnn…»

Gli metto una mano davanti alla faccia. «Non c’era bisogno che lo dicessi.»

Thomas si rabbuia. «Be’, comunque Judith non è… non è proprio bellissima. Ma ha una voce che fa paura. L’ho sentita cantare l’altro giorno, e…»

«L’hai registrata?»

«No, ma… pensavo di portarla qui, un giorno.»

«E poi che facciamo se non ci piace?»

Thomas alza le spalle. Non l’ha neanche preso in considerazione.

«Che dolce», commenta Harvey, ammiccante. «Hai paura di ferire i suoi sentimenti?»

«Non essere ridicolo», sbuffo senza neanche degnarlo di uno sguardo. «È solo che non mi piace perdere tempo.»

«Non sarà una perdita di tempo.» Thomas mi sta guardando dritto negli occhi, adesso. «Judith è esattamente quello che ci serve. La sua voce è perfetta per il nostro sound. Dovete solo darle una possibilità.»

Muovo un altro passo verso di lui, per il gusto di farlo arretrare. «Primo: ricordati che tu non sei nessuno, per dirmi cosa devo o non devo fare.»

Thomas manda giù un grosso boccone di paura. Non lo sto guardando, ma sono sicuro che Harvey abbia appena roteato gli occhi tanto forte da riuscire a vedersi il cervello.

«Secondo…» aggiungo, e mi assicuro di allungare la pausa per il maggior tempo possibile, così che Thomas si caghi nelle mutande durante l’attesa. «Portala qui, la settimana prossima.



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