Miracoli e traumi della comunicazione by Mario Perniola

Miracoli e traumi della comunicazione by Mario Perniola

autore:Mario Perniola [Perniola, Mario]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Einaudi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


2. Il ritorno del velo e la democratizzazione della pornografia.

Cache-toi, objet e Enragez-vous!: questi due graffiti del Maggio francese possono, attraverso una decodificazione aberrante, essere presi come slogan delle due manifestazioni opposte della deregolamentazione sessuale degli anni Ottanta: il ritorno del velo islamico e la democratizzazione della pornografia. Anche questi due fenomeni opposti appartengono entrambi pienamente al mondo della comunicazione, fatto di miracoli e di traumi, e segnano un ulteriore passo di allontanamento dalla seduzione.

Essi si presentano inizialmente come una continuazione della rivoluzione sessuale del decennio precedente, come miracoli dell’emancipazione femminile.

Il velo, in arabo ḥijāb, il cui uso nel mondo islamico del passato distingueva le donne libere e agiate dalle schiave e dalle popolane, è riscoperto proprio in questa accezione dalle studentesse emancipate e colte che ne fanno un simbolo di distinzione, di dignità, di protezione della loro intimità per opporsi alla banalizzazione e alla degradazione del corpo femminile, imposte dal colonialismo euroamericano. Il miracolo dell’accesso delle donne all’istruzione superiore è accompagnato da una volontà radicale di affermazione pubblica di identità e da una richiesta di riconoscimento sociale che si esprimono appunto attraverso l’adozione del velo. Se la donna in Europa e in America è considerata come un oggetto di un piacere pubblico, solo nascondendosi allo sguardo pubblico si emancipa dalla dominazione maschile separandosi simbolicamente da questa, tanto piú che nello studio, nel lavoro e nella vita quotidiana la mescolanza tra donne e uomini costituisce un dato ineludibile. Non bisogna dimenticare tuttavia che questo fenomeno si manifesta nelle società islamiche che sono state modernizzate e per cosí dire laicizzate per legge, come la Turchia, sul cui caso Nilüfer Göle ha condotto uno studio approfondito.

In Europa e negli Stati Uniti avviene esattamente il contrario. Qui l’emancipazione assume l’aspetto dell’ira contro una società in cui la dominazione maschile è vista non come ostacolo all’accesso alle professioni colte, ma come censura patriarcale nei confronti della rivoluzione sessuale, che radicalizzandosi passa dal miracolo del «dire tutto» al miracolo del «mostrare tutto». Il trasferimento della pornografia dai cosiddetti enfers delle biblioteche, dei bibliofili e dei cultori delle perversioni al dominio pubblico è di nuovo qualcosa nei confronti del quale non si può che esclamare «impossibile, eppure reale», tanto piú che avviene in pochi anni. Nei primi anni Settanta il fenomeno fu anticipato dal cosiddetto cinema X, proiettato in sale specializzate in questo genere di pellicole. Tuttavia nella seconda metà degli anni Settanta una serie di leggi fiscali in Francia riuscí a demolire questa impresa commerciale. La deregolamentazione, che si presenta ancora sotto il modello rousseauiano della liberazione, riesce solo negli anni Ottanta, grazie a fattori tecnici e politici: la diffusione delle videocassette e dei programmi televisivi criptati e la strategia politica di opporre un altro paradiso a quello del neopuritanesimo islamico, fomentato dalla rivoluzione iraniana, portano al rapido e imprevedibile passaggio del regime della censura al regime della pornografia alla portata di tutti.

Lo studio condotto alla fine degli anni Ottanta dallo psicanalista americano Robert Stoller sugli attori del porno è molto illuminante sulle dinamiche psicosociali attraverso le quali in quel decennio si diventa attrici e attori del porno.



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