Mistero Napoletano by Rea Ermanno

Mistero Napoletano by Rea Ermanno

autore:Rea Ermanno [Ermanno, Rea]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2014-05-07T16:00:00+00:00


venerdì, 17 dicembre 1993

Si approssima Natale, che io trascorrerò a Napoli, solo, in meditazione. I miei familiari sono molto contrariati, pensano che questa mia scelta sia l'indizio di una nevrosi connessa in qualche modo (se non provocata) dall'idea di compiere queste indagini e di scrivere questo libro. Forse hanno ragione. Sta di fatto che io non mi sento del tutto libero delle mie mosse, come se ogni cosa che mi accade di fare fosse eseguita per effetto di decisioni prese altrove, fuori di me. Come un soldato, a me pare di non essere in grado di esprimermi altrimenti che obbedendo a degli ordini. Mi sento proprio così: un soldato con una esasperata disposizione alla disciplina, che cerca di fare esattamente quel che gli si comanda di fare, senza chiedersi perché, a che cosa serva il suo incessante correre di qua e di là.

E poi non sono forse arrivato a una svolta particolarmente significativa del mio lavoro? Quando Francesca, dopo il carcere, torna a Napoli con il piccolo Piero rifiorito ed è considerata ormai quasi ufficialmente una «reproba», siamo a un passo soltanto dalla Grande Glaciazione, da quel freddo pietrificante che si abbatte sulla mia città (intorno a quel che accade nel resto del mondo non ho nulla da dire) ghermendola alla storia per inabissarla in non so quale recesso senza tempo.

E il 1947 l'anno di tutte le spaccature: serve a qualcosa rievocarle? E serve a qualcosa perdersi nei meandri degli innumerevoli perché tuttora senza risposta? Perché, per esempio, Togliatti continuò a credere, dopo l'estromissione dall'Esecutivo delle sinistre da parte di De Gasperi, che il leader democristiano si sarebbe prima o poi ravveduto? Fu davvero così ingenuo? E perché pur decidendo (conformemente alle direttive sovietiche oppure in contrasto con esse?) di svolgere un'opposizione rigorosamente parlamentare, nel segno della più assoluta moderazione, non si adoperò affinchè il Pci si affrancasse, almeno in parte, dalle sue ossessioni staliniste? Le domande potrebbero raddoppiare, triplicare, quintuplicare, risucchiarci in un vortice di dubbi, come in effetti ci risucchiano, e continueranno a risucchiarci a lungo, purtroppo inutilmente in quanto - questo io ho il torto di credere - vi sono momenti in cui gli eventi del mondo si concatenano in maniera irriducibile a ogni soddisfacente comprensione, per linee tanto ambigue quanto obbligate. Il bello della tragedia - d'ogni grande tragedia - è la scia di mistero e d'ineluttabilità che l'accompagna. Il comunismo fu una speranza che illuminò milioni d'uomini, così come altri milioni d'uomini lo combatterono in nome della libertà. Gli uni e gli altri compirono azioni nobili e nefande, in buona parte ritengo inevitabili, salvo quel tanto di stupidità e di protervia che attengono alla personalità dei singoli attori. Lo sappiamo tutti: con i «se» e con i «ma» non si ragiona di storia.

Ma questo non vuol dire che i «se» e i «ma» siano elementi del tutto illegittimi di qualsiasi ragionamento. Alla torva pochezza e all'arroganza di alcuni personaggi della tragedia napoletana del dopoguerra, per esempio, non possono essere attribuite alcuna forma di ineluttabilità, alcuna dignità di ordine superiore.



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