Moderna by Carmelo Lombardo

Moderna by Carmelo Lombardo

autore:Carmelo Lombardo [Lombardo, Carmelo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia dell'arte
pubblicato: 2020-05-09T22:00:00+00:00


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Il Manierismo in Italia

Tra gli anni Dieci e gli anni Cinquanta del Cinquecento, si era formata a Roma, attorno alla figura di Raffaello Sanzio, una fiorente cerchia di artisti che si sviluppò quando, dopo il 1520, anno della scomparsa dell’artista urbinate, ne ereditò le commissioni e ne sviluppò il linguaggio. Questo avvenne soprattutto negli anni del pontificato di Clemente VII, al secolo Giulio de’ Medici. Questa felice stagione del Manierismo si interruppe però bruscamente nel 1527, anno del sacco di Roma, di cui si è parlato nel modulo 19 (la pittura manierista in Toscana). Questo evento causò la dispersione degli artisti che lavoravano a Roma al tempo (tra questi vi era anche il Rosso Fiorentino, che fu anche imprigionato per qualche tempo, ma che poco dopo riuscì a rifugiarsi a Perugia), che si trasferirono in varie località sparse su tutto il territorio della penisola, diffondendo quindi le novità manieriste e il linguaggio raffaellesco. Tra gli artisti che lasciarono la capitale dello Stato Pontificio (anche se, in questo caso, nel 1524) ci fu Giulio Pippi meglio noto come Giulio Romano (Roma, 1499 ca. - Mantova, 1546), che approdò a Mantova, città dove entrò al servizio dei Gonzaga e da dove non si sarebbe più mosso per il resto della carriera. Giulio Romano fu probabilmente il miglior allievo di Raffaello, e nella prima parte della sua carriera (quando cioè era ancora a Roma) dimostrò una strettissima vicinanza ai modi del grande pittore di Urbino, ma riuscì a elaborare ben presto un linguaggio differente e molto originale. Giulio Romano infatti rivisitò il classicismo raffaellesco rompendo però ogni equilibrio, dando luogo a realizzazioni ora caratterizzate da linee molto sciolte e movimentate, ora a opere cariche di drammaticità e di pathos che sfioravano quasi il grottesco (un esempio è la famosa Camera dei Giganti di Palazzo Te a Mantova, edificio del quale Giulio Romano, che fu anche architetto, curò la progettazione, oltre alla decorazione ad affresdo di diverse sale). A Mantova, Giulio Romano collaborò con Francesco Primaticcio (Bologna, 1504 – Parigi, 1570). Primaticcio in seguito seppe elaborare un classicismo ora elegante, ora movimentato, caratterizzato da forme vigorose (Sacra Famiglia con san Giovannino, 1541 circa, San Pietroburgo, Hermitage) dettate soprattutto dal contatto con il Rosso Fiorentino che conobbe a partire dal 1531, quando entrambi gli artisti lavorarono assieme a Fontainebleau (e il Rosso e Primaticcio furono infatti i due artisti che meglio e più di tutti contribuirono alla formazione di uno stile manierista in Francia). Tra gli artisti presenti a Roma nel 1527 ci fu, anche se non era allievo di Raffaello, Francesco Mazzola detto il Parmigianino (Parma, 1503 - Casalmaggiore, 1540), uno dei pittori più promettenti del suo tempo (nel 1527 lasciò Roma per trasferirsi a Bologna): originario di Parma e fortemente ispirato, per questo motivo, nelle sue prime opere dall’arte del Correggio. Parmigianino arrivò a Roma poco più che ventenne, ma era già un pittore affermato, con all’attivo anche affreschi di stampo illusionistico che si rifacevano all’arte del Correggio (Storie di Diana e Atteone, 1524 circa, Fontanellato, Rocca).



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