Molly's Game by Molly Bloom

Molly's Game by Molly Bloom

autore:Molly Bloom
La lingua: ita
Format: azw3, mobi
Tags: Narrativa, Biografia
editore: Rizzoli
pubblicato: 2018-03-26T22:00:00+00:00


Chiamai Derek Frost e concordammo di incontrarci in una caffetteria. Quando arrivai, il locale era deserto, il che era strano per Los Angeles. Lì nessuno faceva lavori d’ufficio e di solito i bar erano affollati durante il giorno.

Mi sedetti fuori, al sole, e ingannai l’attesa leggendo le e-mail. Dopo qualche minuto alzai lo sguardo e vidi avvicinarsi un bell’uomo bruno con – oddio – una divisa da poliziotto .

«Molly?» domandò.

Che diavolo stava succedendo? Blake mi aveva incastrata, forse? Stavo per finire in galera? Resistetti all’impulso di fuggire.

«Sì» dissi nervosa. «Derek?»

Mi chiesi se fosse reato prendere un caffè con uno sbirro per attirarlo nella mia «zona grigia».

«Non preoccuparti» mi rassicurò. «Sono solo un volontario. Faccio il poliziotto nel tempo libero.»

«Ma sei pur sempre un poliziotto, giusto?»

«Sta’ tranquilla, non diamo la caccia alle ragazzine e alle partite di poker.»

«Non sei come mi aspettavo.»

«Neanche tu. Credevo fossi più vecchia e meno carina.»

Ancora sbalordita, sorrisi, ripromettendomi di parlare con il mio avvocato.

«Ascolta, se volessi fregarti, mi presenterei qui in uniforme?»

Non aveva tutti i torti.

«A ogni modo» continuò, «è solo una partita di poker, non c’è nulla di illegale.»

Era in momenti come quello che mi rendevo conto di camminare sul filo del rasoio. In una professione davvero onesta non ti viene un infarto se un potenziale cliente si presenta in divisa.

Entrammo nella caffetteria, dove Derek mi parlò un po’ di sé. Odiava Hollywood e le «persone finte» e amava giocare. Voleva assolutamente partecipare alla prima partita utile; negli high stakes, beninteso.

«I nuovi giocatori devono pagare il buio. Non posso fare credito la prima sera. Perciò devi portare tutto ciò che intendi giocare, in contanti.»

«Vanno bene le chips dei casinò?»

«Solo quelle del Bellagio e del Wynn.» Erano gli unici gettoni che i ragazzi avrebbero accettato come pagamento. Dipendeva, immaginavo, dal fatto che Steve Wynn era prudente e che i suoi casinò erano solidi. Le sue azioni erano stabili e lui era un imprenditore. I miei pezzi grossi sapevano che le chips delle sue sale da gioco erano buone.

«Nessun problema» disse.

«Oh, e Derek» aggiunsi. «Posso consigliarti di venire in borghese?»

Rise.

«Touché. »



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