Monna Lisa cyberpunk by William Gibson

Monna Lisa cyberpunk by William Gibson

autore:William Gibson
La lingua: ita
Format: azw3, mobi
Tags: Science Fiction, Fiction, General
ISBN: 9788804469667
editore: Mondadori
pubblicato: 1999-10-14T22:00:00+00:00


21. L’Aleph.

Al sorgere del sole la mansarda di Gentry si riempì di una luce nuova, anche se continuava a mancare la corrente per le lampadine da cento watt. La luce del sole invernale addolciva il profilo delle consolle e della olo-tavola, esaltava l’aspetto delle file di vecchi libri che incurvavano con il loro peso gli scaffali di truciolato lungo il muro ovest. Gentry parlava, camminando lentamente su e giù. Il suo ciuffo biondo ondeggiava tutte le volte in cui si girava puntando il tacco dello stivale nero, e la sua ansia sembrava contrastare l’effetto persistente dei dermi tranquillanti di Cherry. Lei era seduta sulla sponda del letto e osservava Gentry, ma guardava ogni tanto la spia della batteria sulla sovrastruttura della barella. Slick era seduto su un rottame di sedia recuperato a Solitude e reimbottito con dei cuscini di vestiti vecchi ricoperti di plastica trasparente.

Con gran sollievo di Slick, Gentry aveva lasciato perdere la faccenda della Forma, e si era lanciato in una sua teoria a proposito dell’aleph. Come sempre, Gentry, una volta preso il via, usava parole e perifrasi che Slick capiva a fatica, ma l’esperienza gli aveva insegnato che era meglio non interromperlo. Il trucco stava nel ricavare un qualche significato dal profluvio di parole, saltando a piedi pari le parti incomprensibili. Gentry disse che il Conte era collegato a un microsoft di dimensioni eccezionali. Secondo lui la piastra era un unico massiccio biochip. Se questo era vero, l’oggetto avrebbe avuto una capacità di memoria virtualmente infinita. Produrla avrebbe comportato costi proibitivi. Gentry disse che era già abbastanza strano che qualcuno si fosse messo in testa di costruire qualcosa del genere, nonostante si raccontasse che queste cose esistevano e avevano una loro utilità, soprattutto per la memorizzazione di grandi quantità di dati confidenziali. Non avendo nessun collegamento con la matrice globale, i dati erano inattaccabili tramite il ciberspazio. Il guaio, naturalmente, era che non vi si poteva accedere via matrice: erano dati immobilizzati.

«Là dentro potrebbe esserci qualunque cosa» disse Gentry, fermandosi a guardare quel volto addormentato. Puntando il tacco, si girò e ricominciò a camminare lentamente. «Un mondo. Tanti mondi. Innumerevoli riproduzioni di personalità…»

«Come se vivesse in un simstim?» chiese Cherry. «Per questo è sempre in REM?»

«No» rispose Gentry «non è un simstim. E’ totalmente interattivo. E’ anche questione di scala. Se questo è un biosoft di classe aleph, là dentro potrebbe letteralmente esserci di tutto. In un certo senso, potrebbe essere un’approssimazione del tutto.»

«Da Kid Afrika ho avuto la sensazione» lo interruppe Cherry «che questo tizio pagasse per rimanere sotto. Un po’ come agiscono le apparecchiature cerebrali, ma è diverso. E comunque, con le apparecchiature cerebrali non si sta così in REM.

«Ma quando hai cercato di farlo venir fuori con i tuoi apparecchi» si azzardò a dire Slick «è saltata fuori quella… cosa.» Vide le spalle di Gentry irrigidirsi sotto la giacca nera borchiata.

«Sì» disse Gentry «e adesso devo riaprire il nostro conto con l’Ente Fissione.» Indicò le batterie di carica permanente impilate sotto il tavolo di metallo.



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