Montaillou by Emmanuel Le Roy Ladurie

Montaillou by Emmanuel Le Roy Ladurie

autore:Emmanuel Le Roy Ladurie [Ladurie, Emmanuel Le Roy]
La lingua: ita
Format: epub
editore: il Saggiatore
pubblicato: 2021-02-06T23:00:00+00:00


16. Strutture sociali: donne, uomini, giovani

L’ostal (casa o domus) rappresenta veramente, e non soltanto grazie alle veglie, la cellula capitale della socialità come della trasmissione culturale. Altre socialità però, trascendenti la casa, si manifestano attivamente e più globalmente; esse riguardano anzitutto la metà femminile e quella maschile della popolazione contadina, alla cui intersezione si pone ogni domus.

Le donne, com’è facile immaginare, non sono organizzate come tali (neppure al particolarissimo livello dell’organizzazione femminile-conventuale. Trovo delle quasi-suore, converse o campanare, soltanto molto a valle nella regione di Aillon, cioè a Tarascon, alla confluenza dell’Ariège e del Vicdessos, dove Brune de Montels e Marie, converse, sono annesse alla chiesa della Vergine di Savart. Brave ragazze, accolgono i preti di passaggio, proponendo loro delle specialità gastronomiche del Sabarthès; sono severe con i contadini che furono scomunicati per lo sciopero delle decime e non li lasciano entrare nel santuario della Vergine. Non si può dire che questa coppia di accorte campanare costituisca da sola un «convento»).1

Reale o apparente che sia, la carenza «socio-femminile» durerà a lungo: anche nei villaggi provenzali del xviii e del xix secolo, dove pulluleranno le congreghe, i club e i caffè, la vascolarizzazione del tessuto sociale sarà a uso quasi esclusivo del sesso forte. Le donne resteranno, se così posso dire, «nella natura», o almeno nell’informale, intendendo questo «informale» non nel senso di puro isolamento. Nell’alta Ariège del xiv secolo esiste a livello del villaggio un vago sentimento di comunità femminile, eventualmente colorato di antimaschilismo: «Gaillarde d’Ascou sarebbe la migliore e la più coraggiosa donna del villaggio» dice Rixende Arniel, di Ascou «se non avesse tanta paura di suo marito». (ii, 366-367). Ma più importanti di questa diffusa impressione di appartenenza a una comunità sono i nodi d’amicizia che uniscono tra loro alcuni piccoli gruppi di donne influenti all’interno dell’insieme paesano: ho già notato la grande intimità o «famigliarità» contadina che esiste a Montaillou tra le tre matriarche, di diritto o di fatto, Mengarde Clergue, Guillemette «Belote» e Na Roqua (i, 326, 328). Queste dame della classe agiata, che nel villaggio sono rappresentanti del gruppo superiore e dirigente, si frequentano in casa, prendono il sole assieme sedute accanto all’uscio della cantina della domus Clergue, mandano pacchi a quella delle tre che si trova momentaneamente nelle prigioni dell’Inquisizione (i, 229). Militanti e amiche, formano il nucleo più duro dell’albigesimo femminile a Montaillou; le altre donne influenzate dall’eterodossia (in totale ne conosciamo una dozzina) hanno subito nel villaggio un processo di plagio ideologico che le ha fatte cedere, dotate com’erano di scarsa fede personale, alle «affettuose sollecitazioni» dei loro parenti o delle domus amiche, già vinte dal contagio eretico.2

Ma il suddetto terzetto non è l’unico che a Montaillou formi un gruppo ardente di amiche eretiche; un analogo quartetto benché forse meno costante nelle sue convinzioni, è formato da Gauzia Clergue, Guillemette «Maurine», Guillemette «Benete» e Sybille Fort, mogli di coltivatori di Montaillou, rappresentanti della classe «media» e «medio-inferiore» che costituisce l’ossatura del villaggio e legatissime l’una alle altre.3 Questo secondo gruppo di donne



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