Montclair-de Vere 02 - Un pragmatico gentiluomo by Candace Camp

Montclair-de Vere 02 - Un pragmatico gentiluomo by Candace Camp

autore:Candace Camp [Camp, Candace]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788830507708
editore: HarperCollins Italia
pubblicato: 2019-11-19T23:00:00+00:00


24

James si chinò su di lei, stringendola a sé, e Laura si sciolse contro di lui. Le sue labbra, calde e dolcemente insistenti, le dischiusero la bocca. Le fece scivolare la mano lungo la schiena, seguendone la curva, in una carezza gentile e invitante come le sue labbra, e lei sentì il calore divamparle nel corpo.

Quando lui le premette la punta delle dita contro le natiche e con l'altro braccio le cinse la vita, serrandola a sé, il cuore di Laura prese a battere all'impazzata. Annegava nel piacere sensuale, e la sua mente era completamente vuota. James cambiò l'angolazione del bacio, che divenne più fiero, più ardente. Poi la sua mano le trovò un seno.

Il corpo di Laura rispose immediatamente. Il capezzolo si irrigidì sotto quel tocco, uno strano calore le esplose fra le gambe. Provò il desiderio di toccarlo, di fargli scorrere la mano sul petto e sul collo, di affondare le dita tra i suoi capelli ma, stringendola, James le immobilizzava le braccia. Lei, però, riuscì a liberare una mano e gliela posò sul torace. Lui si immobilizzò.

Sollevò bruscamente la testa e per un momento la guardò, attonito, gli occhi grigi come un cielo in tempesta. Poi, con una sommessa imprecazione, si scostò da lei. Sbigottita, Laura lo fissò, le labbra ancora dischiuse. Si sentiva in preda a emozioni contrastanti che le impedivano di pensare e di parlare.

«Mi dispiace» disse James dandole le spalle. «Non avrei dovuto... io non intendevo...» Si passò le mani tra i capelli e, dopo un momento, si schiarì la gola e si voltò a guardarla. Sembrava rigido, il suo volto era distante. «Vi chiedo scusa. Non ho giustificazioni, se non quella che non... non sono me stesso, come sapete.»

«Sì, naturalmente.» Anche il volto di Laura era così rigido che lei temette potesse spezzarsi. Provava un malessere fisico, lo stomaco era sottosopra per tutte le emozioni vissute nell'ultima settimana che ora si mescolavano al desiderio e al piacere nati da quel bacio. Era confusa, ma un fatto le era ben chiaro: James si era pentito di averla baciata.

«Non accadrà più» continuò lui. «Avete la mia parola. Voi non siete...» Si fermò, come se cercasse disperatamente qualcosa da dire.

«Io non sono una donna cui pensereste in quel modo» concluse per lui Laura, in tono secco. «Capisco. I termini del nostro matrimonio erano chiarissimi.»

«No.» Lui aggrottò la fronte. «Voglio dire, sì. Conosco bene quei termini ed erano chiari. Ma...» Si fermò, il volto una maschera di frustrazione. Poi si girò e andò al caminetto, a fissare le fiamme.

Laura si voltò nella direzione opposta e colse la sua immagine allo specchio. Sembrava una donna licenziosa, con i capelli sciolti per metà che le pendevano da ogni lato. Con dita tremanti, si sistemò la treccia, rimpiangendo di non potere mettere in ordine con altrettanta facilità la sua vita.

Che giornata orribile era stata quella! Ma come era sciocca ed egoista a pensare una cosa simile, quando James stava molto meglio. Arrossendo di vergogna, lo guardò. Lui continuava a fissare il fuoco.



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