Mr. Vertigo by Paul Auster

Mr. Vertigo by Paul Auster

autore:Paul Auster
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2017-04-12T16:00:00+00:00


Volete sapere se fui felice di rivedere il maestro? Ci potete scommettere la pelle. Se mi sentii scoppiare il cuore quando mi strinse forte e mi soffocò in un lungo abbraccio? Si, mi sentii scoppiare il cuore. Se piangemmo di gioia per la fortuna inattesa? Certo che piangemmo. Se poi ridemmo e festeggiammo e ballammo come matti? Si, e non solo.

Maestro Yehudi disse: - Non ti perderò più di vista un momento.

E io dissi: - Non mi allontanerò mai più da voi, per il resto della vita.

Recita un vecchio adagio: «L’acqua, la insegna la sete». E io avevo ben presente quanto avevo perso: dal momento in cui mi trascinarono fuori da quel cinema di Northfield, Minnesota, fino a quando non rividi il maestro, a Rapid City, Sud Dakota. Per cinque settimane e mezzo avevo pianto la perdita di tutto ciò che avevo di più caro e prezioso, e adesso posso testimoniare al mondo intero come non ci sia niente di più dolce del ritrovare quel che ci è stato portato via. Di tutti i trofei e le vittorie possibili, nulla mi emozionò mai come il semplice fatto di ritornare in possesso della mia vita.

Il ricongiungimento ebbe luogo a Rapid City perché fu li che ebbe fine la mia fuga. Da quel taccagno che era, lo zio Slim aveva trascurato la buona salute della macchina, perciò il macinino rimase a secco nel giro di neanche venti miglia. Se non fosse stato per un viaggiatore di commercio che mi diede un passaggio poco prima che facesse buio, forse starei ancora vagando per quella valle di lacrime adesso, all’inutile ricerca di un soccorso. Gli chiesi di lasciarmi alla stazione di polizia più vicina e, quando gli sbirri scoprirono chi ero, mi trattarono come un principe delle fiabe. Mi rimpinzarono di zuppa calda e hotdogs, mi rivestirono a nuovo e mi fecero un bagno, mi insegnarono persino a giocare a pinnacola. Il pomeriggio dopo, quando arrivò il maestro, avevo già rilasciato un paio di dozzine di interviste e posato per centinaia di fotografie. La storia del mio rapimento aveva tenuto le prime pagine dei quotidiani per più di un mese, e quando il cronista della testata locale era arrivato alla centrale per raccogliere qualche avanzo di notizia, mi aveva riconosciuto e aveva messo in giro la voce che ero li. Fu un’invasione di segugi da cronaca nera e pennaioli assetati di sangue. Mi ritrovai circondato dai fuochi d’artificio dei flash, e sbravazzai fino alle prime luci dell’alba raccontando storie incredibili su come avevo umiliato i miei rapitori e me l’ero svignata senza dar loro il tempo di mettere le mani sul malloppo. Suppongo che i fatti nudi e crudi sarebbero andati benissimo, ma sul momento non seppi resistere alla tentazione di esagerare. Mi ubriacai della recuperata celebrità, e dopo un po’ ero stordito e stupefatto dal modo in cui mi guardavano tutti quei reporter, pendendo da ogni parola che mi usciva di bocca. In fondo, ero un uomo di spettacolo, e non ebbi cuore di mandare a casa deluso un pubblico tanto bendisposto.



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