Mussolini ha fatto tanto per le donne! by Mirella Serri

Mussolini ha fatto tanto per le donne! by Mirella Serri

autore:Mirella Serri [Serri, Mirella]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Longanesi
pubblicato: 2022-08-31T22:00:00+00:00


20

LA VERGINE BIANCA E LA MANTIDE NERA

La Sarfatti, dopo aver aiutato Mussolini a tenere a bada le richieste di Ida Irene Dalser, si ritagliò il ruolo di sovrintendente del gineceo mussoliniano. Fu un compito in cui si cimentò anche nella relazione di Benito con la giovanissima Bianca Ceccato di cui il direttore si invaghì e che lo coinvolse, appena rientrato a Milano, dopo il soggiorno in ospedale.

Quando a giugno del 1917 Mussolini approdò nella redazione del Popolo d’Italia, ad angustiarlo non fu solo l’ambiente tristissimo ma pure la stanca atmosfera: cronisti e commentatori erano demotivati e tiravano a campare, forse a causa della sua lunga assenza. In più le ferite alla gamba, che avevano ancora bisogno di essere curate e disinfettate tutti i giorni con impacchi di acqua ossigenata, pulsavano ed erano trafitte da punture mentre il reduce dal fronte trovò il suo «cubicolo» fin troppo opprimente. Si sentì condizionato da quell’inedia e da quel lassismo che gli sembrava di percepire nell’aria torbida e malsana. Si rialzò e si affacciò alla porta per chiedere un bicchiere di latte. Avrebbe preferito un goccio di liquore come cordiale ma l’ulcera non glielo permetteva. Però quando gettò uno sguardo nel vano contiguo alla sua stanza s’illuminò e dimenticò i presagi funesti che adombravano il rientro a Milano. Una presenza bionda occupava la minuscola scrivania affiancata a quella della solita segretaria, la matura signora Griffini. La nuova impiegata sembrava una ragazzina – era magrolina con il volto smunto ma dai lineamenti delicati – e, con fare zelante, batteva a macchina.

La signorina si chiamava Bianca Ceccato, ancora non aveva compiuto diciotto anni, ma era svelta, attenta e solerte. Il direttore, mascherando il suo personale interessamento, s’informò. Bianca era nata il 18 gennaio 1900, in Tirolo, da madre ungherese e padre veneziano. Viveva in una camera in affitto al terzo piano di via Caminadella, non lontana dall’ufficio, e la sua passione era la città del padre, Venezia: avrebbe voluto tornare a visitare la laguna. Era «madrina di guerra» cioè si impegnava nell’attività che teneva occupate quasi tutte le ragazze italiane: cercava di consolare i giovani al fronte. Per questo aveva instaurato un rapporto, al momento solo epistolare, con un bersagliere, Attilio Enrico.

Dopo qualche settimana Mussolini nominò Bianca sua assistente personale. Trascriveva le sue lettere più riservate, il pomeriggio gli portava un cappuccino con un paio di biscotti e poi lo assisteva fino a tarda ora: la fanciulla, divenuta una delle figure più di rilievo del giornale e a conoscenza delle pratiche più delicate, accettò entusiasta il passaggio di mansioni. Il suo stipendio era raddoppiato. Proprio a sera tardi Mussolini in carrozza azzardò le prime avance. Il direttore aveva trovato questo escamotage. Chiuso con lei nel confortevole abitacolo, cercò di vincerne le resistenze. Poi però Bianca fece il passo più lungo della gamba, e si permise di chiedere due giorni di permesso. Il capo mangiò subito la foglia e si insospettì. «A cosa ti servono?» La fanciulla confessò: era a Milano il bersagliere con cui era in corrispondenza, Attilio.



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