Nel mezzo by Francesco Sarcina

Nel mezzo by Francesco Sarcina

autore:Francesco Sarcina [Sarcina, Francesco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2021-01-21T12:00:00+00:00


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ERAVAMO rimasti al fatto che ci eravamo legati a Re Vega, e che lui lavorava in una casa discografica. Ma le cose non erano proprio così, perché aveva da poco lasciato la sua major e si era messo in proprio, diventando freelance. Faceva il manager, e fu per questo che iniziò a cercare i soldi per produrci presso altre major. Ma ogni volta che bussava a una porta, incassava un rifiuto. Intorno a noi c’era un grande scetticismo. Tanti dei produttori che oggi vedete ai talent show, quelli che decidono il futuro artistico dei cantanti che si esibiscono davanti a loro, erano gli stessi che bazzicavano la scena in quel periodo. Hanno avuto Le Vibrazioni sotto il naso e se le sono lasciate scappare.

In ogni caso, Re Vega a un certo punto si rompe le palle a chiedere i soldi a destra e a sinistra e crede così tanto in noi che decide di produrci lui stesso. Aveva un progetto ben chiaro in testa, e non era proprio quello che avevamo in mente noi. Noi volevamo partire con il pezzo rock e poi lanciare la ballad, il pezzo più dolce, più tranquillo. Volevamo fare una cosa tipo Aerosmith o Guns N’ Roses. Però Re Vega la vedeva diversamente: «Siamo in Italia», ci diceva ogni volta. «In Italia non funziona così.» Questo non puoi farlo, quell’altro non puoi farlo. In Italia ci vuole la melodia, ci vogliono le belle voci e le belle facce. L’Italia è un posto dove la batteria non puoi pestarla troppo forte, dove la chitarra devi accarezzarla, mai graffiarla: è un posto dove hai successo se non spaventi le casalinghe che la domenica vanno in chiesa. Il rock puoi farlo, ma non devi scandalizzare. O meglio, devi essere scandaloso quanto lo era Raffaella Carrà quando la Rai era in bianco e nero, e lei cantava il Tuca Tuca. Perché c’è una parte della società italiana che non si è mossa da quel mondo. E alcune delle persone che credono di vivere ancora in quell’epoca sono quelle che stabiliscono i palinsesti televisivi e radiofonici.

Questo era più o meno quello che ci diceva Re Vega – e quello che avrei sentito tante altre volte – quando decise che saremmo partiti con Dedicato a te.

«Andiamo con la ballad», ci diceva. «In Italia funzionano le ballad.»

Allora giriamo due video, uno con la Giulia originale, la ragazza a cui avevo dedicato la canzone, e uno con un’attrice di nome Angelica Cacciapaglia. Da lì Re Vega, che sapeva che con le case discografiche la strada era sbarrata, va dritto da un suo contatto di MTV, la rete televisiva dedicata alla musica che era da poco sbarcata in Italia. MTV si era sostituita all’ormai scomparsa Videomusic, il canale che ha educato tutta la mia generazione – e non solo – alla musica alternativa.

Siamo a inizio dicembre 2002, attenzione alle date.

Re Vega consegna il video al suo contatto e gli fa: «Ascolta, infilami questo gruppo in rotazione. Mettilo dove ti pare. Ti faccio una promessa: questi diventeranno primi».



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