Nero Wolfe. Un porto sicuro (Il Giallo Mondadori) by Robert Goldsborough

autore:Robert Goldsborough [Goldsborough, Robert]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-02-01T12:00:00+00:00

20

Dopo che Jason Knowles se n’era andato, mi recai in cucina e trovai Wolfe che discuteva animatamente con Fritz del pranzo. — Il nostro ospite ha tolto il disturbo e lei è libero di tornarsene in ufficio — gli dissi. Lui detesta dover congedare le persone, e preferisce involarsi lasciando quel compito a me.

— Allora, che cosa ne pensa della testimonianza del signor Knowles? — gli chiesi non appena ci fummo nuovamente sistemati in ufficio.

— L’ho trovata degna di fede e moderatamente utile.

— Utile in che senso?

— Prima di tutto, lui ha sostanzialmente confermato che uno dei due uomini incontrati per strada quella notte è un tedesco. In secondo luogo, ha visto quei due entrare all’Elmont, e questo farebbe pensare che uno di loro o entrambi risiedano in quell’edificio.

— Dal che si potrebbe supporre che quel posto sia un ricettacolo di gente con dei problemi o qualcosa del genere — dissi, anche se il mio commento non mi sembrava un granché d’aiuto.

— Chiami il signor Cramer — ordinò Wolfe. Composi il numero che avevo memorizzato anni prima mentre Wolfe sollevava il ricevitore dalla sua parte e io restavo in linea.

— Cramer! — mi giunse il latrato ormai familiare dell’ispettore della Omicidi.

— Qui è Nero Wolfe. Sono venuto in possesso di informazioni che forse potrebbero interessarle.

— Prima che le chieda la natura di queste informazioni, quale sarebbe la fonte?

— No, signore. La mia fonte non ha nulla a che vedere con questa discussione. È interessato sì o no?

Un sospiro strascicato risuonò lungo la linea, seguito da un silenzio che durò diversi secondi. — Va bene, Wolfe, spari. Ma sarà meglio per lei che non mi faccia perdere tempo.

— Le ho mai fatto perdere tempo, signore? Prima che proceda, una domanda: un qualsiasi ospedale di Manhattan ha per caso denunciato il ricovero di un individuo con una ferita d’arma da fuoco alla gamba o alla caviglia, negli ultimi giorni?

— No. E prima che me lo chieda, sì, abbiamo controllato.

— Allora le suggerisco di cercare questa persona nel caseggiato dell’Elmont sulla Decima Avenue, molto vicino alla Cinquantottesima Strada.

— L’individuo a cui ha appena fatto riferimento risiede lì? — domandò Cramer.

— È probabile, ma non certo.

— Suppongo che abbia ricevuto questa notizia da una delle persone che hanno risposto al suo annuncio sulla “Gazette”, vero?

— È irrilevante dove o come ho ricevuto l’informazione, signore, ma ho sentito il dovere di condividerla con lei.

— Il dovere, ma pensa! Quando mai lei si è sentito in dovere di fare qualcosa per aiutare il mio dipartimento?

— Credo di averlo fatto giusto ora, con quello che le ho detto.

— Lasci giudicare a me quanto a questo — disse Cramer.

— Come desidera — replicò Wolfe, anche se ormai non stava parlando con nessuno, perché l’ispettore aveva riagganciato.

— Si direbbe che il nostro capo della Omicidi non abbia ancora capito il proverbio secondo cui non bisognerebbe mai guardare in bocca a caval donato. Lui, invece, vuole guardarci eccome — osservai.

Wolfe fece una smorfia, come gli succede spesso in reazione a qualcuno dei miei commenti.

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