New moon by Stephenie Meyer

New moon by Stephenie Meyer

autore:Stephenie Meyer
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Fazi
pubblicato: 2007-09-16T22:00:00+00:00


13 Assassino

Chiunque, ma non Jacob, pensavo, scuotendo la testa, sull'autostrada che attraversava la foresta verso La Push.

Non ero ancora certa di aver preso la decisione migliore, frutto di un compromesso con me stessa.

Non potevo giustificare i gesti di Jacob e dei suoi amici, il branco. Ora capivo cosa intendesse la sera precedente, quando aveva sottolineato che forse non avrei voluto rivederlo. Se lo avessi chiamato, come aveva suggerito, mi sarei sentita una codarda. Dovevo parlargli faccia a faccia, era il minimo. Gli avrei detto chiaro e tondo che non potevo tollerare ciò che stava accadendo. Non potevo essere amica di un assassino senza batter ciglio e lasciare che l'elenco dei delitti si allungasse... Mi sarei sentita un mostro anch'io.

Ma non potevo non metterlo in guardia. Dovevo fare il possibile per proteggerlo.

Parcheggiai di fronte alla casa dei Black, con le labbra contratte in una linea dura e sottile. Il mio migliore amico era un licantropo e tanto bastava a complicare le cose. Era proprio necessario che fosse anche un mostro?

La casa era buia, le luci ancora spente, ma non m'importava di svegliarli. Bussai forte alla porta d'ingresso, piena di energia e di rabbia. Il suono riecheggiò tra le pareti.

«Avanti», disse Billy dopo un minuto mentre una lampadina si accendeva.

Girai la maniglia; la serratura era aperta. Billy era sulla soglia di una stanza vicina al cucinotto, con una vestaglia sulle spalle; non era ancora salito sulla sedia a rotelle. Quando mi riconobbe strabuzzò gli occhi e si fece immediatamente serio.

«Ehi, buongiorno, Bella. Come mai qui a quest'ora?».

«Ciao, Billy. Ho bisogno di parlare con Jake... dov'è?».

«Ehm... a dir la verità, non lo so». Mentì spudoratamente.

«Sai cosa fa Charlie, stamattina?», chiesi, stufa della sua recita.

«Dovrei saperlo?».

«Lui e metà degli uomini di Forks sono nel bosco, armati, a caccia di lupi giganti».

Dopo un fremito, l'espressione di Billy tornò neutra.

«Mi piacerebbe parlarne con Jake, se non ti dispiace», aggiunsi.

Per un istante arricciò le labbra spesse. «Scommetto che dorme ancora», rispose infine, indicando il piccolo corridoio che conduceva alla stanza del piano terra. «Torna sempre tardi, ultimamente. Ha bisogno di riposo. Forse è meglio che non lo svegli».

«Oggi tocca a me», mormorai dirigendomi a grandi passi in corridoio.

Billy sospirò.

La microscopica stanza di Jacob era l'unica che si affacciava sul breve corridoio. Non mi preoccupai di bussare. Spalancai la porta che sbatté rumorosa contro la parete.

Jacob vestito soltanto degli stessi pantaloni corti da ginnastica che gli avevo visto addosso in camera mia era sdraiato sul letto a due piazze che occupava la stanza, lasciando liberi solo pochi centimetri di spazio ai bordi. Nemmeno in diagonale riusciva a starci... da una parte spuntavano i piedi, dall'altra la testa. Dormiva sodo, russava piano a bocca spalancata. Il colpo della porta non l'aveva smosso.

Sul volto c'era l'espressione pacifica di chi è ancora nel mondo dei sogni, senza un'ombra di cattiveria. Notavo soltanto ora le sue occhiaie. Malgrado la stazza assurda, aveva l'aria di un ragazzino stanchissimo. Provai compassione per lui.

Uscii dalla stanza e chiusi la porta in silenzio.

Billy mi osservò, curioso e guardingo, mentre tornavo verso l'ingresso.



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