Nina sente by Claudia de Lillo

Nina sente by Claudia de Lillo

autore:Claudia de Lillo [Lillo, Claudia de]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788852089145
Google: SNRmDwAAQBAJ
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2018-09-17T16:00:00+00:00


28

Nina aveva appena congedato la studentessa di terza liceo scientifico a cui dava ripetizioni di inglese. Era una brunetta goffa e timida che, dopo un anno di frequentazioni settimanali, si ostinava a darle del lei e a rispondere «Yes, thank you» invece di «Yes, please.» Era apatica, impermeabile a ogni sollecitazione e Nina non se ne capacitava. Provava nei suoi confronti un’irritazione che reprimeva a fatica. Aveva tentato invano di insegnarle la grammatica, aveva cercato di accendere il suo interesse inventandosi ogni volta nuovi argomenti di conversazione, le aveva suggerito dei film da vedere, della musica da ascoltare, dei libri, dei fumetti, delle riviste da leggere. Ma Mariella era una causa persa. «Listen to me, please» implorava Nina di fronte a quello sguardo spento, vagamente bovino. Talvolta avrebbe voluto schiaffeggiarla per suscitare in lei qualche reazione.

«Ah, signora, dimenticavo di dirle che ho preso sei nell’interrogazione» le aveva detto con il suo tono monocorde prima di andarsene.

«You can do better than that.»

«Non saprei, signora… A me sembra un bel voto.»

Nina scosse la testa sconsolata. Mariella entrava a buon diritto nel computo dei suoi fallimenti personali. Aveva senso continuare a farle lezione? Sì, anche quei quaranta euro, per due ore la settimana, a lei servivano.

Squillò il cellulare. Era Matteo. A proposito di fallimenti, pensò amara.

«Dimmi» rispose asciutta.

«Come stai?»

«Normale.»

«Ho saputo che hai cominciato a fare boxe! Brava.»

«Chi te lo ha detto?»

«Davide.»

«Davide? Ma tu pensa… Non parla di sé nemmeno sotto tortura però va a raccontare a destra e a manca i fatti di sua madre…»

«Ti piace?»

«Cosa? Che Davide sia un pettegolo? No.»

«La boxe!»

«Sì, credo di sì.»

«Bene, sono contento. Ti chiamavo per dirti che Davide verrà da me sabato. Mi ha chiesto di aiutarlo…»

«Per cosa?»

«Per un bulbo.»

«Un bulbo?»

«Sì, un bulbo di dalia, il fiore. Mi ha detto che glielo hanno spedito per posta…»

«Quindi nel pacchetto che ha ricevuto c’era un bulbo? E chi glielo ha mandato?»

«Non so, non gli faccio domande indiscrete io. Dice che vuole piantarlo e non sa come fare.»

«E tu invece cosa ne sai di bulbi?»

«Io niente. Ma ho un’amica che ha un vivaio in Brianza. Peraltro è un posto molto bello. Gli ho detto che lo avrei portato da lei…»

«Un’amica…»

«Sì, un’amica.»

«Non voglio che Davide frequenti le stronze che ti scopi.»

«Non è una stronza.»

«Però te la scopi.»

«Nina, ti sembra il caso?»

«Non mi va che Davide prenda esempio da te.»

«Ti rendi conto di quello che dici? Manco fossi un ladro!»

«Vabbè. Andate a piantare ’sto bulbo.»

«Lo riporto dopo cena. Hai per caso sentito Guido?»

«Sì, mi è parso di capire che forse è riuscito a trovare i soldi per pagare il debito.»

«Speriamo… Radaelli è sempre più incazzato. L’ho sentito ieri: era fuori di sé.»

«Non gli aveva concesso tempo fino ai primi di giugno?»

«No. Voleva metà dei soldi a metà maggio e il saldo dopo. Ma siccome non è stupido, ha capito che a metà maggio non sarebbe arrivato niente.»

«Vabbè, l’importante è che paghi a un certo punto… due settimane non fanno la differenza.»

«Nina, qui si parla di anni… E Radaelli non è uno che scherza.



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