Nome In Codice Dark Winter by Andy McNab

Nome In Codice Dark Winter by Andy McNab

autore:Andy McNab [McNab, Andy]
Format: epub
Tags: Suspense & Thrillers
pubblicato: 2003-01-28T22:00:00+00:00


33

Mentre con estrema cautela indossavo la tuta NBC sentii che nella cucina di Bagno Billy veniva riempito un bollitore. Avevo richiesto il tipo vecchio perché, sebbene fossero più difficili da indossare rispetto a quelle moderne, c'era un'enorme quantità in meno di velcro da slacciare. Il rumore c'era sempre ma se non altro era più contenuto.

Mi voltai e mi resi conto che Suzy aveva qualche problema. Era piegata in avanti, con il corpo scosso da improvvise convulsioni e fece appena in tempo a togliere la SD dalla sacca prima di vomitarci dentro.

Quando mi piegai su di lei era già tutto finito. Le misi una mano sulla spalla. «Va tutto bene», le dissi. «A me capita spesso.»

Finì di pulirsi la bocca e inspirò per mandare indietro un paio di pezzi che le erano rimasti conficcati alla base del naso. Mi venne così vicino che mi fece lacrimare gli occhi. «Non ho bisogno della tua comprensione del cazzo. Lo yogurt doveva essere scaduto.»

Annuii e infilai i Caterpillar nei pantaloni che poi tirai su fino allo stomaco. Allora anche Suzy era un essere umano, dopo tutto. Non era male avere un po' di paura.

Avevo prestato servizio con uomini che se l'erano fatta addosso ma che avevano portato a termine il lavoro.

Cuciti dietro i pantaloni c'erano due lunghi nastri di cotone che facevano da bretelle. Me li passai sopra le spalle e li incrociai sul torace prima di infilarli negli appositi anelli della cintura e legarli.

Suzy aveva già indossato la casacca ed era quasi pronta mentre io avevo appena infilato le braccia e stavo lottando per far uscire la testa. Il materiale ruvido mi graffiò il viso.

Dalla TV dei vicini mi giunsero risate registrate. Immaginavo la scena: Billy che beveva il tè guardando il programma, mentre Maureen si dava da fare con il deodorante. Quando la mia testa riuscì infine a emergere, Suzy era di fronte a me a meno di mezzo metro, il suo viso una maschera di concentrazione, gli occhi fissi alla porta mentre si preparava psicologicamente al compito che l'attendeva.

Sedetti sul cemento dissestato mentre Maureen riceveva un invito urlato a sbrigarsi perché altrimenti sarebbero arrivati tardi. La sua risposta dalla camera da letto mi giunse forte e chiara: «Chiudi quella cazzo di bocca e spegni quella TV di merda».

Presi il primo stivale, che mi ricordava la calza di Natale solo che era di gomma, lo misi sopra il mio stivale sinistro e allacciai le cinghie dal fondo. Messo anche il secondo portai i pantaloni a coprirli e chiusi il velcro alle caviglie.

Billy non ce la faceva più. «Cazzo, adesso basta. Andiamo solo fino al pub e non al Casino di Montecarlo!»

Suzy prese la sua SD e usò la pila per controllare un'ultima volta se il colpo era in canna, poi accese il mirino. Le toccai un braccio e lei si chinò con la pila in modo che anch'io potessi fare lo stesso. Ci scambiammo uno sguardo nella penombra e i ragazzini tornarono lungo l'argine, diretti al ponte sempre con i fanali spenti e il bastoncino del ghiacciolo che sferragliava tra i raggi.



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