Novelle italiane by AA VV

Novelle italiane by AA VV

autore:AA VV [VV, AA]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bacheca Ebook gratis
pubblicato: 2011-06-08T16:00:00+00:00


MASTRO CACCIA DA SCIANO

Mastro Caccia da Sciano era sì in cerusica ed in fisica valentissimo, che veduto, senza dare medicina alcuna, in meno di due naturali ogni infirmità guariva perfettamente.

E

RA uno giovane a Sciano del distretto di Siena il quale Caccia avea nome, ed era ricchissimo, savio, cortese e costumato. Ed avendo studiato più anni a Bologna divenuto era valentissimo, e massime in poesia, tal che uno novo Tullio pareva; ed avendo seco un suo caro compagno della terra sua, che Amerigo era chiamato, gionto all’età di vinti anni, Amerigo essendo innamorato d’una fanciulla a Sciano, poco allo studio poteva attendare per l’amore portava a costei; e tanto contaminò il suo compagno Caccia, che di studio lo cavò, pensando che lui buon mezzano fusse a fare che lui l’avesse per moglie; e con questo a Sciano si ritornaro. E me onoratissimamente vivendo, non venendo fatto quello il perché tornaro a casa, deliberaro trarsi buon tempo. Caccia spesso mettendo tavola a’ compagnoni, e molte cortesia facendo con cani, cavalli e famegli, e senza attendare ad altro, in poco tempo di ricco povero divenuto; accadde che uno suo zio avendolo più volte ripreso che massarizia facesse, il quale non molto meglio di lui faceva massarizia; li disse un giorno: Caccia, tu tieni modi che tu te n’andarai allo spedale; ed io te ne caverò. Caccia di questa parola sdegnato, rispose: Se io v’andarò, io n’uscirò con utile e con onore; e non fo già conto che voi me ne caviate; e partissi da lui.

Subito col pensier fatto ad Amerigo, suo caro compagno, se n’andò, e con lui tanto disse che Amerigo veduto non potere avere per moglie quella che desiderava, acconsentì a ciò che Caccia voleva. E compostisi d’accordo, andarsi godendo un tempo alle spese altrui, in capo di sei dì in modo di pellegrini di Sciano si partiro, e verso la Lombardia presero il cammino. Arrivaro nella città di Firenze, sconosciuti, facendosi di Cività vecchia; e informatisi in che forma lo spedale della Scala di Firenze si reggeva, e da quale speziale si fornivano, e saputo che Bindo di Dapo speziale in ponte vecchio era il loro buttigajo; a lui arrivaro ed in guisa di medico Caccia con Bindo parlò, dimandando se ribarbaro fino avesse, e simile di più altre cose medicinali; ed intrato in pratica, lo domandò, dicendo: Dimmi, speziale, come ci sete voi sani in Firenze? che famosi medici, ci avete voi? A cui Bindo rispose: Ecci delli ammalati in copia; e non c’è medico che vaglia una schiabaldana, che se ne dà trentasei per un pelo d’asino. Ecci molte terzane, e nissuno guarisce. Allora Caccia con basse e pensate parole disse: O quanta ignoranzia è in questo mondo! ed io ti dico così, che se io pur tre dì ci potessi stare, tutti l’infermi di questa città sanificarei, e voglio mettere a ripentaglia prima il mio onore, che non poco lo stimo, e poi la testa, se tutte l’infirmità che ci sono, di qual condizione sieno, io in



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