O'Brien Anne - 2006 - L'enigmatico Lord Faringdon by O'Brien Anne

O'Brien Anne - 2006 - L'enigmatico Lord Faringdon by O'Brien Anne

autore:O'Brien Anne
La lingua: ita
Format: mobi, epub
pubblicato: 2015-05-14T22:00:00+00:00


E fu così che, quando Joshua tornò da Richmond, trovò la sua futura sposa stranamente inquieta e di cattivo umore.

Dopo averlo salutato in modo formale, da governante più che da fidanzata, si dileguò nelle cucine e si rese irreperibile per ore.

Joshua ne restò parecchio seccato. Possibile che la sua promessa sposa trovasse appena pochi minuti per salutarlo, continuando a comportarsi come una domestica?

Aveva trascorso giorni molto noiosi a Richmond, sbrigando questioni legate alla gestione della tenuta e contemplando la prospettiva delle proprie nozze con un misto di divertimento e apprensione. A volte non riusciva ancora a spiegarsi come fosse potuto finire in una tale situazione.

Ma ormai era cosa fatta e desiderare di scambiare qualche parola con la sua fidanzata non gli sembrava chiedere troppo.

Riuscì infine a scovare Sarah nella sala da pranzo principale. Lei stava sistemando dei candelabri sulla tavola. Per un attimo non si accorse di Joshua, fermo sulla soglia a guardarla.

Quella era la donna a cui aveva chiesto di sposarlo: in pratica poco più che una sconosciuta. Poi notò qualcosa di diverso in lei. Erano avvenuti dei sottili, ma gradevoli cambiamenti, dietro i quali Joshua riconobbe il contributo di Judith e Thea.

Sarah indossava un abito a vita alta, di un azzurro che richiamava il colore dei suoi occhi. Le maniche erano lunghe e aderenti, per attirare l'attenzione sulle sue mani snelle e aggraziate. L'orlo era a balze e ornato di nastri, squisitamente femminile.

E i suoi capelli! Erano raccolti in frivoli riccioli che le ricadevano sulle spalle come una cascata d'oro pallido, con qualche ciocca ribelle a incorniciarle il viso.

Era davvero adorabile, illuminata dal sole del pomeriggio. Non si poteva chiedere di più a una futura sposa.

Quando Joshua avanzò, lei sollevò il capo solo un istante, poi tornò a completare il proprio compito con gesti fluidi. Nonostante ciò si capiva che era a disagio.

«Sarah?» Le andò incontro, costringendola a interrompere ciò che stava facendo.

«Sì, milord?»

«Joshua» la corresse lui. Non stavano davvero facendo molti progressi.

«Sì, certo.» Lei lo studiò con espressione incerta. «Che cosa c'è? Qualcosa non va?»

«Nulla... di preciso.»

«Se non c'è nulla che non va» riprese lui spazientito, «allora forse vorrete lasciar perdere la mia argenteria e dedicare la vostra attenzione a me. Spero di essere più importante.» C'era una nota nervosa sottesa a quelle parole e Sarah se ne avvide.

Senza darle tempo di reagire, Joshua si sporse in avanti e le tolse di mano un candelabro, deponendolo sul tavolo. D'istinto, lei indietreggiò.

«Non allontanatevi da me.»

«Non stavo... non volevo...» Lo stava fissando, si rese conto Joshua, come il topo impaurito che osservi l'avvicinarsi del gatto. L'assurdità della situazione gli strappò un sorriso, disperdendo almeno in parte il cattivo umore che l'aveva pervaso fino a quel momento.

«Mi siete mancata, Sarah.»

«Ho avuto molto da fare.»

«Lo immagino. Ma non avete più l'aspetto dell'irreprensibile governante che mi sono lasciato alle spalle.»

Il viso della donna arrossì all'istante. «Ho solo... comprato degli abiti.»

«Non è da voi!» la canzonò lui, godendo del suo imbarazzo.

«Pensavo non vi sarebbe spiaciuto se avessi speso un po' del vostro denaro.»

«E infatti non mi dispiace.



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