O'Connor Jane - 2019 - Sylvia Penton esce dal letargo by O'Connor Jane

O'Connor Jane - 2019 - Sylvia Penton esce dal letargo by O'Connor Jane

autore:O'Connor Jane [O'Connor Jane]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: narrativa, Generale
ISBN: 9788867005543
editore: Corbaccio
pubblicato: 2020-01-08T16:00:00+00:00


Giovedì 19 novembre

La lettera da Roma, indirizzata a Prof, è arrivata questa mattina. È stato strano rivederla, quasi non avesse niente a che vedere con me e provenisse da un’altra dimensione. Tremavo per l’anticipazione, tuttavia, quando gliel’ho lasciata sulla scrivania con il resto della posta. Ho resistito all’impulso di metterla in cima, inserendola invece al penultimo posto, quasi non fosse nulla di speciale, o di importante. È entrato come al solito gioviale e di buonumore. L’ho osservato attraverso la parete divisoria di vetro, mentre si metteva ad aprire le buste con il tagliacarte d’argento con la lama lunga che usa sempre, e sono riuscita a calcolare i tempi in modo tale da entrare con il suo tè proprio mentre leggeva la lettera giunta da Roma. Avevo il reale bisogno di vivere la sua reazione, non volevo solo vederla. Volevo essere presente nel momento in cui realizzava che Lola non era affatto quella che sembrava, che l’aveva preso in giro, inducendolo a credere di provare dei sentimenti per lei. Mentre leggeva ha corrugato la fronte, e si è messo gli occhiali quando ha sollevato le foto per guardarle attentamente. Quindi ha letto una seconda volta il messaggio, e ha girato il foglio quasi potesse esserci dell’altro, dietro, qualcosa che prima gli era sfuggito. Stavo uscendo dal suo ufficio, quando ha pronunciato il mio nome con un’intensità tale da farmi sussultare. Ho avuto un momento di panico: forse, in qualche modo, avevo lasciato sulla carta qualche impronta tramite la quale sarebbe riuscito a risalire a me. Mi sono voltata con un sorriso, disponibile, sollevando appena le sopracciglia a indicare che mi aspettavo una domanda.

«Da dove viene questa lettera? Lo sai? È arrivata stamattina?»

Gli ho risposto di sì, che era arrivata con il solito servizio postale dell’università.

«Perché, c’è qualcosa che non va?» gli ho chiesto con una punta di preoccupazione, lasciandogli intendere che si stava comportando in modo strano.

«Non lo so, con esattezza» ha mormorato, mentre tornava a guardare le foto. «Potresti contattare Lola Maguire, da parte mia, e chiederle di venire più tardi?»

«Oh, mi sembra che insegni tutto il giorno, il giovedì» gli ho risposto innocente, come se mi importasse qualcosa del mandare a monte la giornata lavorativa di Lola.

«Dille semplicemente di presentarsi qui. Con urgenza. E chiedi anche a Maurice Lowe della commissione disciplinare di venire appena gli è possibile.» Ho capito dal suo tono che mi stava congedando, e sono tornata di corsa alla mia scrivania per scrivere a tutti e due, stordita per l’eccitazione. Avevo scatenato un tornado che presto si sarebbe messo a girare vorticosamente fino a uscire dal mio controllo, portandosi dietro Lola. Lontano. Molto lontano.

Quanto al resto della giornata, nemmeno nei miei sogni più sfrenati avrei potuto immaginare qualcosa di meglio, e adesso sono qui seduta a sorseggiare un bicchiere di Frascati, divino, con Puccini in sottofondo, mentre rivivo tutto quanto nella mia testa, e mi sento come il proverbiale gatto che è arrivato al pesce. Il piano che avevo messo in moto nell’ufficio postale di Roma, affollato e soffocante, è stato un successo strepitoso.



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