Oculta by Maya Motayne

Oculta by Maya Motayne

autore:Maya Motayne [Motayne, Maya]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2021-07-15T12:00:00+00:00


29

L’interrogatorio

Dopo la mostra, i manifestanti mascherati erano nelle segrete del palazzo, pronti per essere interrogati. Alfie si sentiva particolarmente nervoso. Il vertice era cominciato solo da tre giorni, eppure c’era già stato così tanto caos.

Dopo essersi scusato e aver augurato un buon pomeriggio a Vesper e Marsden, Alfie si precipitò lungo i corridoi per assistere all’interrogatorio. Quando raggiunse la scala a chiocciola che portava alle segrete, la trovò presidiata dalle guardie. Si inchinarono non appena Alfie passò quasi di corsa. Corse giù per le scale, rallentando il passo solo dopo aver raggiunto il fondo.

«Come mierda, hijo de puta» brontolò un uomo da una cella prima di sputare nella sua direzione.

Alfie alzò una mano, e il globo di sputo si fermò prima di colpire la sua spalla. All’inizio provò una rabbia violenta, ma poi un’ondata di senso di colpa spense il fuoco, trasformandolo in vapore sibilante. Forse quest’uomo aveva perso una persona cara a causa di Sombra e stava cercando qualcuno da incolpare, proprio come avevano fatto quelle persone al memoriale.

Invece di rimandare la saliva al mittente Alfie la lasciò cadere a terra e proseguì, sotto lo sguardo dell’uomo.

Nella cella in fondo al corridoio Maria, il capo della guardia reale, stava davanti a un uomo in catene, rannicchiato a terra. La regina e il re assistevano da dietro una barriera di soldati, invisibili ai contestatori arrestati. Quando Alfie li raggiunse sua madre lo prese fermamente per il braccio.

«Per chi lavori?» domandò Maria. «Chi comanda il gruppo?»

L’uomo scosse la testa. «N-n-non lo sappiamo!»

Maria evocò una fiamma sul palmo della mano. «Puoi dirmi la verità, oppure io posso bruciarti la lingua. Cosa preferisci?» Si sporse in avanti e portò la fiamma sotto il mento dell’uomo.

Alfie conosceva Maria fin da quando era bambino, ma non l’aveva mai sentita parlare in quel modo. Doveva essere una posa. Nel suo regno non si puniva la gente solo perché protestava. Forse le guardie erano sotto pressione per via della minaccia di Los Toros; si vedeva dalla tensione nella loro postura mentre pattugliavano la mostra. Ecco perché Maria si era lasciata trascinare in quel modo; doveva essere per quello.

«Ho detto la verità!» gridò l’uomo indietreggiando contro il muro per sfuggire alla fiamma. «Volevamo solo un simbolo! Un simbolo di resistenza del nostro regno.» Si stava accalorando, guardava Maria con odio nonostante la paura. «Siamo contrari ai vertici e a quei maledetti englassiani! La nostra famiglia reale non riesce nemmeno a proteggerci dalla magia folle che i suoi dueños hanno liberato e ora ci portano qui i peggiori nemici del regno? È uno schifo!»

Alfie trasalì. Quell’uomo parlava proprio come il membro di Los Toros che aveva rubato il mantello a Finn: a causa del vertice non credeva che Alfie o la sua famiglia fossero degni del trono. Li vedeva come traditori dell’eredità dei loro antenati. Los Toros rappresentavano davvero ciò che il suo popolo pensava di lui? Gli si strinse il cuore al pensiero. Ma non ebbe tempo di pensarci, perché Maria alzò la mano per colpire l’uomo.

«Tu mostrerai alla famiglia reale il giusto rispetto» disse, con voce secca come un colpo di frusta.



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