Ogni stella lo stesso desiderio by Laura Bonalumi

Ogni stella lo stesso desiderio by Laura Bonalumi

autore:Laura Bonalumi [Bonalumi, Laura]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858521359
editore: Piemme
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Oggetto: rimani

Finalmente Guido uscì dall’ospedale e tornò a casa. Per me voleva dire incontrarlo a scuola, in mezzo agli altri compagni, o a casa sua, in mezzo ai genitori e parenti vari.

All’inizio non fu semplice: mi mancavano le nostre email, mi mancava l’intimità delle nostre parole, l’esclusività di un rapporto tutto nostro.

Rossella diceva che ero tremendamente gelosa e che iniziavo a diventare insopportabile.

Pazienza.

Non mi importava della sua opinione, non mi importava dei commenti dei compagni e soprattutto mi facevano innervosire le false attenzioni delle mie compagne. Dov’erano tutti quando Guido era in ospedale?

Che ne sapevano loro della sua tosse, dei suoi polmoni, del suo respiro stanco?

Niente. Eppure, cinguettavano attorno al suo banco proponendogli film da vedere, compiti da fare, weekend da condividere, partite da giocare; quante parole vuote!

Ma Guido lo sapeva. Diceva che tutto quell’affetto era causato dalla novità, dal suo ritorno e, soprattutto, dal fatto che con lui c’ero io.

– Non vogliono lasciarti tutto il merito di essermi vicina, Amelia – mi disse una sera al telefono.

– Non li sopporto!

– Mi vedono come una buona causa, sai quelle azioni di volontariato che si progettano a scuola? Stai tranquilla, tra poco si stancheranno, credimi.

– Non lo so…

– Lo sai benissimo che starmi vicino non è semplice!

– Tu non sei il mio progetto di volontariato.

– Lo spero proprio! –. Si mise a ridere e, non so bene perché, io mi arrabbiai.

– Non mi credi, vero? Pensi che prima o poi me ne andrò? Magari come in quelle storie dei film, facendo una scenata, sbattendo porte e ante di armadi mentre riempio una valigia troppo piccola per metterci tutto il mio mondo! Tu pensi che di te non me ne freghi nulla, anzi, pensi che io non sia poi tanto diversa da quelle stronze che ti girano attorno a scuola! Be’, resta attaccato alle tue convinzioni, tanto di me non hai bisogno!

Chiuso. Conversazione terminata.

Avevo urlato, tanto.

Tanto da dare fastidio alle mie stesse orecchie e a quelle di chi era in casa con me. Sentii i passi di mia mamma che si avvicinava lungo il corridoio: – Amy, tutto bene?

– Sì!

– Se hai bisogno…

– No, mamma; non ho bisogno!

Eccola la mia reazione di pura gelosia. Come avevo potuto dire quelle cose? Guido non era mio.

Mi ripromisi di non chiamarlo e di non scrivergli. E di non parlargli a scuola: dove avrei preso il coraggio di rivolgergli ancora la parola?

Già mi vedevo, viola dalla vergogna, balbuziente, in preda a sudori caldi e freddi.

Non potevo presentarmi a scuola il giorno dopo.

Non chiusi occhio e pensai alla scusa che avrei usato la mattina seguente. La febbre dovevo escluderla, mia madre avrebbe verificato subito.

Meglio un mal di gola lancinante, magari causato dall’allenamento in piscina.

Sì, dovevo fingermi malata.

Era l’unica soluzione.

Cercai di addormentarmi ma lo schermo del telefono si illuminò.

Non restare lontana

Potrei cadere e avere bisogno della tua mano

Non restare lontana

Potrei perdermi e non trovare i tuoi occhi scuri

Non restare lontana

Potrei non respirare



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