Ombre by AA.VV

Ombre by AA.VV

autore:AA.VV.
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Anthologies (multiple authors), Fiction
ISBN: 9788858425916
editore: Giulio Einaudi Editore
pubblicato: 2017-03-31T22:00:00+00:00


Joyce C. Oates

La donna alla finestra

Joyce C. Oates ha scritto un gran numero di romanzi e di raccolte di racconti, inclusi, tra i titoli piú recenti, Il maledetto e Jack deve morire. È membro dell’American Academy of Arts and Letters e le sono stati conferiti, tra gli altri, il National Book Award e la National Medal in the Humanities.

Le ha nascoste sotto il cuscino della soffice poltrona azzurra.

Allunga la mano per cercarle, quasi timidamente, poi la ritrae come se avesse preso fuoco, al contatto.

No! Non succederà niente di tutto questo, non essere ridicola.

Sono le undici del mattino. Ha promesso di raggiungerla in questa stanza, nella quale sono sempre le undici.

E lei sta facendo quello che le riesce meglio: aspettare.

Per l’esattezza, lo sta aspettando nel modo che lui preferisce: nuda. Ma con le scarpe ai piedi.

«Senza veli», dice lui. Non «nuda».

(«Nuda» è una parola volgare! Lui è un gentiluomo, e prova un’autentica repulsione per le volgarità. E per qualunque espressione spinta, se a pronunciarla è una donna).

Lo capisce bene. Anche lei disapprova le donne troppo sboccate.

Deve trovarsi sola, per lasciarsi scappare quanto meno un’imprecazione: Dannazione! Che Dio mi fulmini! Oh, diavolo…

E lo fa esclusivamente quando è molto delusa. O quando ha il cuore infranto.

Lui, invece, può dire tutto quello che vuole. È una prerogativa maschile, dire ogni tipo di parola, anche la piú volgare, e accompagnarla con una risata, come fanno sempre gli uomini.

Ma potrebbe mormorare anche… Gesú!

E non per imprecare. Sarebbe un’espressione di stupore. Di soggezione, quasi.

Gesú, quanto sei bella.

È bella? Pensarlo la fa sorridere.

Lei è la donna alla finestra. Nella luce esangue di una mattina autunnale, a New York.

Seduta su una soffice poltrona azzurra, in attesa. Sono le undici.

Una notte quasi insonne poi, la mattina presto, un lungo bagno, per prepararsi al suo arrivo.

La lozione, spalmata su tutto il corpo: i seni, il ventre, i fianchi, le natiche.

«Che pelle morbida. Una meraviglia…» La voce che gli si arrochisce, la gola chiusa.

All’inizio, non ha il coraggio di toccarla. Ma solo all’inizio.

È un rituale solenne, quella lozione bianco crema dal vago profumo di gardenie strofinata sulla pelle.

Quasi in trance, come una donna in un sogno, che si spalma tutta quella lozione perché è terrorizzata che la pelle le si secchi nell’aria soffocante, surriscaldata e asciutta del Maguire (cosí si chiama), il palazzo residenziale di arenaria all’angolo tra la Decima e la Ventitreesima dove abita.

Visto dalla strada, il Maguire è un vecchio edificio dall’aria dignitosa, ma all’interno è semplicemente vecchio.

Come la carta da parati in questa stanza, il tappeto di un verde spento e la poltrona soffice e azzurra: tutto vecchio.

Quanto seccano l’aria, quei caloriferi! A volte si sveglia nel cuore della notte senza quasi riuscire a respirare, e con la gola arida come cenere.

Ha visto la pelle vizza delle donne piú anziane. Alcune non sono neanche troppo vecchie: sulla sessantina, sempre che ci arrivino. Sottile come pergamena, secca come la pelle di un serpente dopo la muta, un labirinto di rughe bianche e sottili, orribile alla vista.

Sua madre. Sua nonna.

Continua a ripetersi di non essere sciocca, perché a lei non accadrà mai.



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