Ombre e figure by Ezio Raimondi

Ombre e figure by Ezio Raimondi

autore:Ezio, Raimondi [Raimondi, Ezio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Critica letteraria, Saggi
ISBN: 9788815229489
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2010-10-14T22:00:00+00:00


VI

Lo spazio vivente romantico

Arcangeli era fermamente convinto che fosse compito della sua generazione riscoprire il romanticismo per comprendere le radici di quella che Baudelaire definirebbe la modernità. Nella concezione di Arcangeli, infatti, non solo passato e presente sono in relazione ma, soprattutto, il passato rappresenta la profondità del presente.

Sento il tuo naturalismo neoromantico come una alternativa possibile.

Italo Calvino

Rievocando l’amicizia con Francesco Arcangeli da poco scomparso, Giuseppe Raimondi concludeva il saggio intitolato Una cosa da vedere con il ricordo dei tanti viaggi in treno compiuti insieme, quando Arcangeli arrivava da lui e diceva appunto: «C’è una cosa da vedere, andiamo». E l’aneddoto è per me tanto più intenso e vivo perché di uno di questi viaggi fui testimone: alla fine degli anni Sessanta incontrai Momi e Raimondi mentre tornavo da Venezia e si cominciò a parlare di romanticismo. Rammento ancora benissimo come Arcangeli, quando mi capitò di fare il nome di Friedrich, si accendesse di fervore e mi considerasse quasi uno della sua setta. Ma allora non intesi che cosa significasse davvero per lui questo nome, così profondamente simbolico come molte delle sue formule che, nel loro gioco di aggettivazioni o di opposizioni, hanno spesso una sorta di forza implosiva: sono formule il cui senso si rivela lentamente dall’interno e occorre tempo per intenderle appieno, per sentire la dinamica concettuale che esse comportano.

Capii poi più a fondo chi fosse Friedrich per Arcangeli quando lessi il suo saggio sullo Spazio romantico, apparso originariamente su «Paragone» e strettamente connesso, a mio avviso, a quello su Guidi, che è dello stesso periodo e che, non so se con una precisa ragione compositiva, chiude il primo volume della raccolta einaudiana Dal romanticismo all’informale: soltanto congiungendo i due studi, infatti, la novità del problema posto da Arcangeli emerge in tutte le sue ragioni dirette e persino polemiche, pur all’interno di una continuità sancita dall’assunzione di certi tramandi. Vi è un punto, intanto, nel saggio sullo spazio romantico, dove Friedrich compare un poco come compaiono le figure dei suoi quadri, rivolte verso uno spazio enigmatico senza che si possa vederne il volto: anche il Friedrich di Arcangeli, si direbbe, è costruito entro la pagina secondo questa logica. Si parla di Napoleone e di un delirio storico che si aggiunge alla vertigine cosmica degli spazi nuovi, si cita Turner (il climax, in fondo, di tutta la visione di Arcangeli) per dire – e il rapporto è estremamente significativo – che «la pensa già come Tolstoj», e quindi si aggiunge: «dell’affanno drammatico di quelle campagne, quello che ne resta, sotto il pennello ermetico d’un altro grande protagonista del romanticismo, Friedrich, è il dragone francese solo nella foresta nevosa».

Quando a sua volta il maestro di Arcangeli, Longhi, in un saggio memorabile che Arcangeli conosceva bene, si era trovato a parlare di Friedrich lo aveva qualificato come «il sottile Friedrich», uno di coloro che vissero i piccoli drammi del soggetto romantico. Rispetto alla proiezione in avanti che proponeva Arcangeli, la differenza non potrebbe essere più netta. Ma prima di tornare su



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