Operazione Gattopardo by Alberto Anile Maria Gabriella Giannice

Operazione Gattopardo by Alberto Anile Maria Gabriella Giannice

autore:Alberto Anile, Maria Gabriella Giannice [Alberto Anile Maria Gabriella Giannice]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788807885495
editore: Feltrinelli


Nove

Si gira

Palermo, lunedì 14 maggio 1962. Il primo giorno di riprese comincia di buon’ora: alle 7,30 gli assistenti del regista selezionano i figuranti per il plotone borbonico che passerà per le armi alcuni patrioti suscitando la rivolta popolare. Il luogo scelto per l’esecuzione si trova di fronte a palazzo Sclafani, tra l’arco di via Biscottari e la chiesetta di San Giovanni, che dovrà fumigare come se fosse stata incendiata. Per agevolare la posizione della cinepresa un obelisco è stato spostato al centro dello spiazzo: è lì che i patrioti siciliani cadranno sotto il piombo borbonico.

Luchino Visconti arriva mezz’ora dopo. Dà subito disposizioni a Peppino Rotunno e agli operatori: la scena sarà ripresa da tre macchine da presa, poste in luoghi e altezze diversi. Nella vicina piazza San Giovanni Decollato, riportata nelle polverose condizioni di un secolo prima, un cordone di polizia isola dai curiosi decine di tecnici e di comparse. Nella confusione generale Visconti trova comunque qualche minuto per i giornalisti: “L’accoglienza riservatami dai palermitani è stata meravigliosa,” afferma riequilibrando le dichiarazioni infamanti su Palma di Montechiaro, “mai ho visto tanta simpatia e tanta generosità. Questo è un buon auspicio per la riuscita del mio lavoro che spero piacerà ai siciliani. Credo anzi che il film sia in effetti il film della Sicilia, il suo classico, come un Promessi sposi dell’isola; perché esso narra e tratteggia i costumi di un’epoca gloriosa, di questa terra che ha visto uniti i suoi uomini migliori in una lotta vittoriosa”.

Sul set non tutto va come previsto. I “picciotti” scelti per morire tardano a presentarsi, le cinture dei militi borbonici non si trovano, le cartucce devono essere sostituite con altre meno pericolose. All’ora di pranzo pure i “cestini” arrivano in ritardo. Visconti, che già si è lamentato per i picciotti, strapazza di nuovo Notarianni. Alle tre il cielo si annuvola e comincia a cadere qualche goccia. Si prova la scena delle donne che si gettano infuriate sui soldati per linciarli; insieme alle comparse che vengono da Cinecittà sono state ingaggiate delle popolane locali che hanno appena partecipato a Salvatore Giuliano di Rosi. Queste ultime, scrive nel suo diario Stephan Iscovescu, uno degli aiuti del film, “presero talmente sul serio la loro parte, da dar libero sfogo agli istinti di rivolta contro ogni forma di autorità costituita che sonnecchiano ancora in parecchi isolani, suscitando un vero tafferuglio, nel quale le generiche professioniste si videro travolte, al punto che qualcuna di loro ne uscì malconcia”.

Nel tardo pomeriggio torna il sole. Tutto è finalmente pronto per il primo ciak. Visconti e Gioacchino Lanza Tomasi infrangono una bottiglia sulla macchina da presa. Brindisi, strette di mano, auguri. Ma si riesce a impressionare solo qualche metro di pellicola. Il giorno dopo, la scena viene realizzata per intero: i soldati borbonici spingono gli sventurati davanti all’obelisco e fanno fuoco, le donne piangono i caduti e si scagliano contro gli uccisori. Un cronista dell’“Unità” racconta il seguito della fucilazione, che non sarà però inserito nell’edizione finale: “Balconi e finestre si popolano in un baleno di donne che maledicendo gli assassini li bersagliano con tegami e altre suppellettili”.



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