Opere by Thomas Hobbes

Opere by Thomas Hobbes

autore:Thomas Hobbes
La lingua: ita
Format: epub
editore: Istituto Geografico De Agostini
pubblicato: 2012-12-31T16:00:00+00:00


6. Psicologia, morale e legge

I fondamenti meccanicistici della psicologia umana, di cui abbiamo già visto l’importanza per Hobbes, sono anche alla base del modo in cui egli interpreta i comportamenti pratici e morali. Gli oggetti, o piuttosto le immagini mentali che li rappresentano, risultano piacevoli o spiacevoli a seconda che siano associate al piacere e al dolore. Questi a loro volta stimolano o frenano il movimento degli spiriti animali, influendo su quello che Hobbes chiama il «movimento vitale» e al cui incremento e difesa è orientata l’organizzazione dell’essere vivente. Il principio di ogni movimento è naturalmente un conatus, in questo caso una tendenza degli «spiriti animali» (particelle materiali tenui e mobilissime che circolano nei condotti nervosi) verso l’oggetto percepito, se è desiderio, o invece un rifuggire da esso, se si tratta di avversione. La deliberazione non è altro che l’alternarsi di desideri e di avversioni, a seconda che si manifestino al soggetto gli effetti buoni o quelli negativi di un’eventuale decisione in un senso o nell’altro, mentre le passioni consistono nei turbamenti provocati dal conflitto di simili tendenze.

Questa psicologia si inserisce in una concezione rigorosamente causale che sottintende la materialità dei processi emotivi. Ne è una conferma indiretta anche la contraddizione in cui ricade White quando, da una parte, proclama la natura spirituale o incorporea dell’anima e dall’altra ne descrive l’azione in termini di movimento (sia pure di auto-movimento). Inoltre, non si capisce perché un ente senza estensione o quantità debba essere associato a un corpo né come il cervello funga da organo dell’anima: si sarebbe portati piuttosto a credere il contrario, cioè a vedere le azioni psichiche come il risultato di un’entità materiale. Se l’anima fosse «libera», come pretende White, se cioè la stessa causa «integrale» a volte producesse l’effetto, e altre volte invece no, saremmo in presenza di una causalit è arbitraria e irrazionale.

Misurandosi con il tentativo whiteano di conciliare libertà umana e provvidenza divina, Hobbes (nei capitoli XXXVIII e XXXIX) segue il suo interlocutore sul terreno delle contingenze e delle apparenti casualità che formano il tessuto fine dell’esperienza morale. In accordo con il suo finalismo fondamentale, l’autore del De mundo aveva affermato che il nostro universo è il migliore dei mondi possibili, proprio perché è stato creato in funzione dell’uomo ed è governato secondo un disegno provvidenziale. Per queste ragioni, aveva anche ritenuto che i buoni sperimentassero una vita migliore dei malvagi. A questo ingenuo finalismo etico, Hobbes oppone un senso molto forte della potenza divina, per cui non si deve credere che i disegni divini siano assoggettati a quanto sembra buono a noi:

se tutti o molti o alcuni buoni vengono afflitti, non perciè viene eliminata la provvidenza di Dio né la sua giustizia. Infatti, per quanto riguarda la provvidenza, niente impedisce che con pari necessitè di cause Dio possa arricchire ed elevare agli onori del mondo tanto i buoni quanto i cattivi, o entrambi indiscriminatamente, a seconda della sua volontà. Per quanto riguarda invece la giustizia, se la si considera nell’ordine naturale, ovvero in base alle



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