Opere complete Vol. II (Cratilo, Teeteto, Sofista, Politico) Laterza by Platone

Opere complete Vol. II (Cratilo, Teeteto, Sofista, Politico) Laterza by Platone

autore:Platone
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
pubblicato: 2013-03-20T23:00:00+00:00


XLI. SOCR. Dunque ci sarebbe differenza, a sentire quel che dici ora, fra l’intiero e il tutto? TEET. Sì. SOCR. Ma come, fra tutte le parti e il tutto c’è differenza? Per esempio, quando contiamo uno, due, tre, quattro, cinque, [c] sei; e quando diciamo due volte tre o tre volte due, o quattro più due o tre più due più uno: in tutti questi casi diciamo sempre lo stesso numero o un numero differente? TEET. Lo stesso numero. SOCR. Cioè il sei. TEET. Sì. SOCR. Ebbene, in ciascuna di queste espressioni non abbiamo detto sempre tutt’e sei unità? TEET. Sì. SOCR. E non diciamo un tutto unico dicendo codeste sei unità tutte quante? TEET. Necessariamente. SOCR. E che altro è codesto tutto se non le sei unità? TEET. Niente altro. [d] SOCR. Dunque, in tutto ciò che risulta di numeri, o diciamo ‘tutto’ o diciamo ‘tutte le unità’, indichiamo sempre la medesima cosa. TEET. E’ chiaro. SOCR. Vediamo così ora: il numero del pletro e il pletro sono la stessa cosa, non è vero? TEET. Sì. SOCR. E il numero dello stadio e lo stadio egualmente. TEET. Sì. SOCR. E così anche il numero dell’esercito è lo stesso che l’esercito, e tutte le altre cose siffatte allo stesso modo; perché di ciascuna di esse tutto il numero è tutto l’essere. TEET. Sì. SOCR. Ma il numero di ciascuna cosa è forse altro [e] che le sue parti? TEET. Niente altro. SOCR. Ora, tutte le cose che hanno parti, saranno costituite di parti, non è vero? SOCR. Ma tutte le parti di una cosa siamo già d’accordo che sono tutta la cosa, se è vero che anche tutto il numero è tutta la cosa. TEET. Sì. SOCR. Ma allora l’intero non è costituito di parti, perché sarebbe un tutto se fosse tutte le parti. TEET. Non pare. SOCR. Ma parte può ella essere quello che è, cioè parte, di altra cosa [205a] dell’intiero? TEET. Sì, del tutto. SOCR. Assai bene ti difendi, o Teeteto: ma dimmi, il tutto non è appunto questo, cioè tutto, quando niente gli manca? TEET. Necessariamente. SOCR. E non è anche intiero questo medesimo, a cui niente da nessun lato faccia difetto? Quello invece a cui qualche cosa faccia difetto non sarà né intiero né tutto, essendo tutt’e due insieme la stessa cosa per la stessa ragione. TEET. Mi pare ora che non ci sia nessuna differenza fra tutto e intiero. SOCR. Ebbene, non dicevamo noi che quando una cosa è costituita da parti, l’intiero e il tutto sono tutte codeste parti? TEET. Precisamente. SOCR. E allora, per tornare al punto che tentai di chiarire poco fa, ci si presentano questi due casi: o la sillaba non [b] è lo stesso che le lettere, e necessariamente ella non ha le lettere come sue parti; o è lo stesso che le lettere, e necessariamente sillaba e lettere devono essere conoscibili allo stesso modo. TEET. E’ così. SOCR. Ma non fu appunto per evitare questo che noi supponemmo la sillaba cosa diversa dalle lettere? TEET.



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