Padroni e maestri by Ivy Compton-Burnett

Padroni e maestri by Ivy Compton-Burnett

autore:Ivy Compton-Burnett [Compton-Burnett, Ivy]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Classics
ISBN: 9788877380982
Google: 55ZLNAAACAAJ
editore: La Tartaruga
pubblicato: 1992-05-14T22:00:00+00:00


5.

«Stanno arrivando i ragazzi?» chiese il reverendo Henry Bentley.

«Non sono più in camera, papà,» rispose la figlia.

«Ti ho chiesto se stanno arrivando.»

«Non sono in camera, papà. Stamattina siamo tutti un po’ in ritardo.»

«Lo so che siamo in ritardo. Ti ho chiesto se stanno arrivando.»

Il signor Bentley suonò il campanello e si mise a sedere. Era un uomo diritto, canuto, sulla cinquantina. Era stato parroco e figlio cadetto ed era subentrato tardi nella proprietà di famiglia.

Due ragazzi, di dodici e tredici anni, si insinuarono nella stanza dicendo: «Buon giorno, papà.»

Il signor Bentley si limitò a gettar loro un’occhiata; il più piccolo, per mostrare la sua eterna gratitudine, accennò una scherzosa piroetta.

La figlia era una giovane di trent’anni, alta, col mento appuntito, la bocca piccola, tranquilla, a labbra strette. Era figlia della prima moglie. Il padre era vedovo per la seconda volta.

«Scusaci per il ritardo, papà.»

Il signor Bentley non la guardò nemmeno. Chinò la testa sul piatto della colazione con l’aria di non condividere la generale ingratitudine. Delia alzò il capo un po’ dopo gli altri. Dava l’impressione di non dimenticare che erano in ritardo.

«Sarà una passeggiata molto ventosa fino alla cappella del College,» osservò il signor Bentley.

«Come hai detto, papà?» chiese Delia. Il signor Bentley non rispose.

«Sarà una passeggiata ventosa fino alla cappella,» ripeté poco dopo, a voce ancor più bassa.

«Come hai detto, papà?». Il signor Bentley non rispose.

«Vuoi pranzare all’una e mezza, papà?». Il signor Bentley rimase in silenzio.

«Vuoi pranzare all’una o all’una e mezza, papà?». Il signor Bentley rimase in silenzio.

«Papà, mi hai sentito?»

«Visto che questa mattina è di moda fare i sordi tanto vale che mi adegui. Quanti di voi hanno sentito me?»

«Ieri sera sei rientrato tardissimo, papà! Il treno era in ritardo?»

«Sono venuto a piedi dalla stazione. Il treno non era in ritardo. È una distanza che non si copre in un minuto.»

«Sei così bravo, papà. Dovremmo tutti seguire il tuo esempio.»

«Tanto varrebbe che la smettessi di cercare di far sempre del mio meglio, per l’attenzione che mi si presta! Comincio a seccarmi. Non lo nego. E in quanto a prendere esempio da me, certo è il meno che le persone di casa dovrebbero fare! John, se non puoi smetterla di agitarti, esci dalla stanza. Non lo sopporto.»

Vi fu un lungo silenzio.

«Non hai da dire nemmeno una parola questa mattina, Harry? Nessuno crederebbe che io mi sia sobbarcato la spesa di mandarti dal signor Herrick, a vederti lì impalato, come se non riuscissi ad aprire bocca.»

«Non ho nulla da dire, papà.»

Il signor Bentley gettò un’occhiata intorno.

«Non credere assolutamente che io voglia trattenerti, papà,» disse Delia.

«Non ci penso nemmeno. Me ne vado a scrivere. Ho parecchio da fare prima di andare in cappella. Questo ti lascerà tempo.»

Si riteneva generalmente che gli scritti del signor Bentley avessero a che fare con la proprietà, il che gli conferiva il ruolo di chi porta il pane a casa.

Mentre tornavano dalla cappella il signor Bentley disse: «Un tipo intellettuale, quel cappellano. Un sermone su cui riflettere, un sermone pieno di significato. È naturale, immagino, che i ragazzi non abbiano voglia di ascoltarlo.



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