Pane quotidiano by Carlo Fumian

Pane quotidiano by Carlo Fumian

autore:Carlo Fumian [Fumian, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Donzelli Editore


IV. La «palude del porro selvatico»

Grano è un altro modo per dire denaro al Board of Trade.

Benjamin P. Hutchinson1

1. La «grottesca ferocia di Chicago».

Si è ripetuto molte volte che tutto incominciò a Chicago, o Checagou, la «palude del porro selvatico» in lingua Miami Shikaakwa, che nel 1833, anno in cui venne creata la municipalità di Chicago, appariva come una landa semideserta (ill. 17).

Il 5 agosto di quell’anno 13 cittadini si incontrarono nel Sauganash Hotel e votarono per l’incorporazione. Un uomo solo votò contro, perché la sua residenza era esterna al probabile confine del villaggio. Se ne conoscono perfino i nomi2. Gli abitanti, tra i due e i trecento, nel 1837 erano già saliti a 4000. Era l’inizio di una parabola eccezionale, se è vero che nel 1874 Chicago già contava mezzo milione di abitanti3. Si trattava comunque di un destino demografico comune: tra il 1820 e il 1860 anche le popolazioni di Baltimora, Boston, New York e Filadelfia aumentarono di oltre il 500 percento4.

Chicago doveva rivelarsi una comunità business oriented prima ancora di esistere. Un aumento della popolazione così spettacolare provocò già nel 1837 un tracollo innescato nientemeno che dalla speculazione edilizia, praticata da «tutti»: «persone di ogni classe avevano abbandonato le loro abituali occupazioni per dedicare il loro tempo, le loro energie e i loro capitali alla speculazione»5.

Del resto, rovine e disastri sembrano ricorrere spesso nella storia della città, tra alluvioni, panici finanziari e devastanti incendi. Nel 1832 Charles Latrobe, futuro vicegovernatore della colonia britannica di Victoria (l’attuale Australia), visitò gli Stati Uniti in compagnia di Washington Irving, a cui dedicherà i due volumi di The Rambler in North America. Così annotava: «sono stato in molti strani assembramenti della mia specie, ma in pochi, se non nessuno, di carattere altrettanto singolare come quello in cui abbiamo trascorso una settimana a Chicago». La piccola «mushroom town» era affollata all’eccesso, sede di una comunità «variopinta», composta da «mercanti di cavalli e ladri di cavalli, canaglie d’ogni genere, bianchi, neri, marroni e rossi – mezzo-sangue, quarti-di-sangue e uomini di nessuna razza; commercianti di maiali, pollame e patate […], venditori ambulanti, venditori di grog; agenti e Indian traders di ogni tipo […]. Il piccolo villaggio era in subbuglio dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina. […] Con tutto questo, i bianchi mi sembravano più pagani degli uomini rossi»6.

L’esplosività della crescita è misurata da molti indicatori, anche singolari come lo strabiliante aumento della circolazione postale: Jonathan Bailey, un Indian trader, fu il primo ad aprire, per così dire, un ufficio postale a Chicago, per poi andarsene all’inizio del conflitto contro i guerrieri di Black Hawk, capo del popolo Sauk (a cui partecipò, non in armi, un giovane Abraham Lincoln)7. Il suo successore, nel 1832, riceveva una dozzina di lettere due volte al mese, e le distribuiva chiamando per nome i destinatari. Quando arrivava un giornale da New York veniva letto pubblicamente. Nel 1885, pochi anni dopo la costruzione di un monumentale edificio postale, apologeti si deliziavano con sorprendenti statistiche: 192 000 lettere



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