Parità in pillole (Italian Edition) by Irene Facheris

Parità in pillole (Italian Edition) by Irene Facheris

autore:Irene Facheris [Facheris, Irene]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858699539
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2020-01-20T23:00:00+00:00


LE DONNE CHE NON VOGLIONO FIGLI

Per circa un anno ho lavorato a stretto contatto con una signora di ottantadue anni, quindi una persona con un certo retaggio culturale, non particolarmente incline alle novità, molto legata alla tradizione.

Ricordo di essere andata al lavoro l’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna (e non “festa”, mi raccomando, non c’è da festeggiare, c’è da fare il punto della situazione circa i nostri diritti) e averla sentita pronunciare la seguente frase: «Non capisco perché esista la Festa della Donna quando c’è già la Festa della Mamma».

Immaginate il mio sguardo, sono certa che riusciate a vederlo.

Pensare che la Festa della Mamma possa sostituire quella della Donna significa non riuscire a immaginare una donna che non sia madre.

Badate bene, ci sono donne che vedono nella maternità il raggiungimento dell’obiettivo più grande della loro vita, e va benissimo così. Se vuoi figli non sei per forza una schiava del patriarcato, potresti essere semplicemente una donna che vuole dei figli.

Ma è anche vero che ci sono tante altre donne che i figli li hanno fatti perché «si è sempre fatto così», perché le pressioni da parte della famiglia sono state costanti, perché «la funzione di una donna è quella di essere madre». Sono ancora troppe le donne che hanno deciso di mettere al mondo un bambino per evitarsi un giudizio negativo e non per un vero desiderio di maternità.

E anche se trovo questa scelta discutibile, perché derivante da una pressione psicologica esterna (e qualche volta interna), comunque la comprendo.

Perché vi assicuro che essere una donna e dire di non volere figli spesso equivale a mettersi un enorme bersaglio all’altezza del petto e dire: «Sparate».

«Fa’ attenzione, perché le donne senza figli diventano cattive…»

«Dici così perché sei giovane…»

«È perché non hai ancora trovato quello giusto, vedrai…»

«Non vorrai finire come quelle zitelle piene di gatti?!»

Il tuo utero diventa una faccenda pubblica e scopri che tutti hanno un’opinione in merito.

Vieni trattata come quella che è donna a metà, e che non capirà mai il senso della vita perché non ha partorito. Si domandano cosa tu abbia di sbagliato per non sentire l’istinto materno, l’orologio biologico che a un certo punto DEVE cominciare a fare tic tac, perché è naturale.

Personalmente, l’ho sempre vissuta come una forte mancanza di rispetto.

Ho trent’anni ed è da quando ne ho quattro che non mi sento a mio agio con l’idea di diventare madre. Da piccola avevo una bambola moderna, di quelle che riconoscevano la tua voce e ti rispondevano. Io dicevo: «Ti voglio bene, Baby Sabrina» e lei rispondeva: «Anch’io ti voglio bene, sei la mia mamma!». Lo trovavo inquietante. Mi ribellavo e dicevo ad alta voce: «No! Non mamma, sorella! Sono tua SORELLA, Sabrina!».

Non voglio figli da che ho memoria e trovo davvero irrispettoso che ancora mi si dica che cambierò idea, che il problema è il mio partner che non va bene per me, che non posso dire una cosa del genere perché non si sa mai… È vero, non si sa mai, magari tra dieci anni scoprirò un istinto materno che ora non provo e prenderò i miei provvedimenti.



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