Partire by Tahar Ben Jelloun

Partire by Tahar Ben Jelloun

autore:Tahar Ben Jelloun [Jelloun, Tahar Ben]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
ISBN: EPUB9788858703762-123344
editore: Bompiani
pubblicato: 2011-07-14T22:00:00+00:00


18

Siham

Azel preferì rientrare a Barcellona in treno. Si fermò a Marbella e chiamò Siham. Lei era sconvolta. La piccola le aveva tirato un portacenere in faccia. I genitori non c’erano, erano andati a fare delle cure nel Sud della Francia. Lei soffriva per via della ferita, ma soprattutto era completamente disorientata, sentiva di non avere le competenze sufficienti per occuparsi di una bambina handicappata. Faceva continuamente degli sforzi, non si lamentava, ma non vedeva progressi. E la cosa la scoraggiava. All’improvviso aveva iniziato ad attendere con impazienza il momento in cui Widad si addormentava. Era il suo unico attimo di riposo. Di solito crollava per la stanchezza, si metteva davanti alla televisione e guardava una cosa qualsiasi. Certe volte le capitava di immaginare che cosa sarebbe stata la sua vita se fosse rimasta a Tangeri.

Rassegnata, si sarebbe senz’altro adeguata, avrebbe fatto come tutti gli altri, non si sarebbe persa nessun invito, nessuna occasione di uscire e di incontrarsi con le altre ragazze che si trovavano nella sua stessa condizione, avrebbe ceduto al suo padrone, colui che le avrebbe permesso di guadagnarsi a malapena da vivere, sarebbe diventata la sua amante, sperando un giorno di averlo come marito, sarebbe caduta in tutte le sue trappole, avrebbe passato in rassegna tutti i cliché, sognato una serie di cose impossibili, avrebbe comprato tessuti importati dall’Oriente per farsi confezionare caftani da indossare una volta all’anno, avrebbe comprato un’automobile a credito e portato sua madre al moussem di Moulay Abdeslam, poi a poco a poco avrebbe perso tutte le sue illusioni e avrebbe finito con lo sposare un vedovo ancora nel fiore degli anni, avrebbe avuto dei problemi coi figli di lui… A rifletterci bene, preferiva tutto sommato la sua condizione attuale a quella delle sue cugine e delle sue amiche che erano restate in Marocco. Era venuta a sapere che Wafa, una delle sue compagne di liceo, era appena rimasta incinta. Un vero incubo. Il responsabile si era messo a ridere e non aveva trovato niente di meglio da fare che tenerle una predica: “Quante storie… Una ragazza di diciassette anni che va a letto col primo venuto è una puttana, e allora sbrigatela da sola, vai all’Assise dell’hammam, ti metteranno in contatto loro con un medico simpatico; per i soldi, datti da fare e vedrai che te la caverai…”

Il tizio parlava come se stesse recitando. Wafa non aveva ribattuto nulla, poi, un giorno, era andata a suonare a casa sua e aveva chiesto di vedere sua moglie, alla quale aveva raccontato tutta la storia. Ed era stata la moglie tradita ad aiutarla ad abortire in condizioni igieniche adeguate. “Ci sono abituata,” le aveva detto, “non è la prima volta, mio marito è fissato col sesso; lui non fa l’amore, infila solo il suo coso in un buco e soddisfa i propri bisogni, è un poveraccio, lo sopporto perché ci ho fatto cinque figli, e quando saranno grandi gliela farò pagare!”

Azel aspettava in salotto che Widad si addormentasse per poi vedere Siham. Guardava i soprammobili.



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