Passeggero clandestino by Georges Simenon

Passeggero clandestino by Georges Simenon

autore:Georges Simenon [Simenon, Georges]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Arnoldo Mondadori Editore
pubblicato: 2021-11-08T16:00:00+00:00


VI

Owen era ancora a letto. Le finestre che davano sul giardino erano aperte, le veneziane spezzavano la luce, mentre l’aria, attraversandole, si divideva in mille piccoli rigagnoli che correvano attraverso la camera. I merli delle Molucche non avevano ancora smesso il baccano che scatenavano ogni giorno al levar del sole. Erano due? Erano cento? Sui prati spruzzati da un getto d’acqua, essi si abbandonavano a veementi spiegazioni che non finivano.

I primi giorni, Owen era stato svegliato dal loro cinguettio. Adesso lo udiva ancora, ma senza uscire dal sonno; faceva ormai parte, insieme ai primi rumori dell’albergo, del sottofondo.

Il signor Roy, in tenuta da cuoco, col berretto bianco in testa, era piantato sulla soglia. Gli indigeni che portavano frutta, legumi o pesce al mercato gli passavano davanti, e lui li fermava man mano. Parlava la loro lingua. Rispondevano con voce gutturale, piena e cantilenante e con grandi scoppi di risa. La signora Roy andava e veniva in casa, sorvegliando le pulizie, apriva ogni tanto il grande armadio normanno, sul pianerottolo, proprio accanto alla porta di Owen, per prendervi lenzuola, federe e asciugamani.

Qualcuno, quella mattina, arrivò in auto. Benché parlassero Maori, Owen ebbe l’impressione che si trattasse di lui.

«Germaine» chiese Roy alla moglie. «Il maggiore è già alzato?»

La signora Roy, passando la voce, interpellava la cameriera.

«Nelly, il maggiore ha già suonato?»

«Sì, signora. Gli ho portato la prima colazione mezz’ora fa…»

Era vero; ma lui, dopo, poltriva a letto. Ebbe il sospetto di dover ricevere una visita, passò nella stanza da bagno e s’infilò la veste da camera. Si lavò i denti e si pettinò con cura. Bussarono.

«Avanti…»

Era Mataia, il garagista. Owen lo aveva completamente dimenticato. Sorrideva con tutti i denti, gualciva il berretto bianco tra le dita scure.

«Sei sempre contento dell’auto, signore?»

«Contentissimo…»

«Ti ho portato una carta…»

Cavava di tasca un foglio piegato in quattro, glielo porgeva. Per scrivere, doveva essersi fatto aiutare da qualcuno. C’erano parole cancellate, lettere aggiunte. Era una ricevuta per mille franchi, al nome del “Signor Maggiore Owenne”, per il noleggio di un’auto per un mese.

MacLean non aveva detto al maggiore che non avrebbe sentito parlare del garagista fino al giorno della partenza? Owen lo osservò, e vide chiaramente ch’era imbarazzato.

«Vuoi che ti paghi?» chiese.

E l’altro, che avrebbe voluto dire che non c’era fretta, annuiva. Il maggiore andò a prendere dal portafogli alcune banconote, le porse all’indigeno.

«Non sei arrabbiato, signore?»

Ma no. Questo banale incidente gli guastava tuttavia la giornata. Facendosi la barba, nella camera ancora fresca, suo malgrado ci pensava e rivedeva il sorriso del garagista, un sorriso che non era quello franco e cordiale del primo giorno.

E perché, uscendo, Mataia aveva avuto sulla soglia una lunga conversazione col signor Roy? Poco fa, aprendo il portafogli, Owen aveva constatato ch’era quasi al verde. Era all’“Hôtel du Pacifique” da più di una settimana. Gli avrebbero presentato, come in quasi tutti gli alberghi d’Europa, il conto ogni otto giorni?

Attraversando la hall, gettò con angoscia una rapida occhiata alla sua casella, ma dentro non c’era nulla.

Mille volte s’era trovato in situazioni difficili e non aveva mai perso la sua serenità.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.