Patria by Fernando Aramburu

Patria by Fernando Aramburu

autore:Fernando Aramburu [Aramburu, Fernando]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
Tags: Narrativa straniera
ISBN: 9788823519978
editore: Guanda
pubblicato: 2017-08-28T04:00:00+00:00


69

La rottura

Le scritte contro il Txato tolsero l’appetito a Joxian. E lo privarono anche del suo migliore amico. Perché in una città, passi; ma in paese, dove ci conosciamo tutti, tu non puoi avere rapporti con un segnalato. Lo pensò quella domenica lungo il tragitto da Zumaya a casa. Era andato con il Txato, tornava senza di lui. E adesso con chi faccio coppia al mus? Dopo il pranzo, che non gli scendeva, che non riuscì a finire, uscì dal bar con gli altri; però sulla prima salita fece finta che gli mancassero le forze e rimase indietro. Poi, prima di arrivare a Guetaria, decise di scendere dalla bici, sedersi un po’ su una roccia di fronte al mare e schiarirsi le idee. Il mare è grande. Il mare è come Dio, che è vicino e lontano, che ci ricorda quanto siamo piccoli, porca miseria, e se ne avrebbe voglia ci distruggerebbe. Gli costò più fatica che mai arrivare in paese. A Orio fu sul punto di prendere l’autobus. E la bici? La poteva lasciare con il catenaccio da qualche parte. E se la rubano? Occhio, che qui c’è in giro molta gente di fuori. Continuò a pedalare senza voglia, senza concentrarsi sul traffico, assorto in cupi pensieri.

Quando entrò in casa, Miren, dalla cucina, lo guardò negli occhi; però non severa, non accigliata: interrogativa. Lui si aspettava un litigio per il ritardo. Lei non gli disse altro che:

«Su, fatti la doccia».

E suonò quasi come la tenerezza recuperata di tempi passati. Non gli parlò nemmeno in tono duro come altre volte, o come quando gli dice dolce-dolce una cosa comune e corrente, ma dalla voce e dall’atteggiamento lui si rende conto che subito dopo cominceranno i tuoni.

«Non ho neanche un po’ di fame.»

«E allora ti siedi e mi guardi mangiare.»

E parlarono, gravi, asciutti, sorbendo minestra, masticando costolette d’agnello, seduti a tavola senza la compagnia dei figli.

«Lo sai già, no?»

«Prima la faccenda di Joxe Mari e ora questo.»

«Non è la stessa cosa.»

«Disgrazia su disgrazia.»

«Lei ha chiamato. Dovevano essere quasi le dieci. Ho riagganciato.»

«Ma ieri siete state insieme al bar.»

«Ieri era ieri, oggi è un altro giorno. Non siamo più amici. Cerca di abituarti all’idea.»

«Tanti anni. Non ti fa tristezza?»

«A me fa tristezza Euskal Herria, che non la lasciano essere libera.»

«Non mi ci abituerò. Il Txato è mio amico.»

«Era. E fa’ attenzione a non frequentarlo. La cosa migliore è che se ne vadano. Con tutti i soldi che hanno, cosa gli costa comprarsi una casa da qualche altra parte? È che hanno voglia di provocare.»

«Non se ne andranno. Il Txato è cocciuto.»

«La lotta non perdona. O se ne vanno o li cacciano via. Sta a loro scegliere.»

Poco prima delle dieci aveva squillato il telefono. Miren non aveva il minimo dubbio: è lei. Un’ora e mezza prima aveva ricevuto un’altra telefonata che l’aveva tirata giù dal letto. Juani: che se l’aveva saputo, che non ne era sorpresa, che era da un sacco di tempo che.

E aveva concluso:

«Si sono riempiti le tasche a forza di sfruttare la classe operaia e adesso gli arriva la fattura.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.