Pensa se non ci avessi provato by Valentiono Rossi

Pensa se non ci avessi provato by Valentiono Rossi

autore:Valentiono Rossi [Rossi, Valentiono]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Autobiografia
editore: La Feltrinelli
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Dicono che sono un ragazzo fortunato. Che mi va sempre bene. Che mi è andata bene, soprattutto, ogni volta in cui ho fatto un passo importante nel corso della mia carriera. Perché, così affermano, ho sempre avuto le migliori moto e le migliori squadre del momento.

Col tempo ci ho fatto l'abitudine, perché hanno iniziato a dire che io sono un privilegiato quando ancora per me andare in moto era solo un gioco, cioè negli anni della Sport Production. Sono abituato a questo. E anche all'invidia.

Ma quando si tocca l'argomento "squadra", non lascio mai perdere. È troppo importante. La fortuna c'è stata e deve sempre esserci, ma in molti casi devi saperla stimolare facendo le scelte giuste. E io, le scelte giuste, le ho sempre fatte. Ecco perché ho avuto il meglio. Non solo perché sono fortunato, ma anche perché cerco di essere lungimirante: sulle cose ci ragiono, so quello che voglio e cerco di ottenerlo.

Ho sempre indagato per capire quali fossero gli elementi giusti, quindi le persone con le quali poter ottenere certi risultati. Non ci sono mai stati l'imprevisto, la casualità, dietro le mie vittorie. Almeno, quasi mai. Ci sono state soprattutto delle scelte.

Le mie squadre non mi sono capitate, quindi. Le ho sempre scelte, volute, cercate.

Anche da questo punto di vista, credo di aver aperto una nuova strada: sono stato il primo pilota a stabilire che la squadra dev'essere la priorità.

Alla maggior parte degli altri piloti, prima di me, non importava troppo della squadra: non c'era quell'attaccamento tra pilota e team che invece ho creato io.

Quando un pilota cambiava squadra, cambiava lui e basta. Non ha mai portato con sé il proprio team, come ho fatto io alla fine del 2003. Nessuno ha mai creato quel rapporto, quel legame, quella forza del gruppo nella quale io ho sempre creduto.

Quando un pilota firma un contratto con nuove Case, non chiede mai di far spazio anche alla propria squadra. Almeno, non è mai successo. Fino a quando io non ho fatto questa scelta. Destando scalpore.

Perché il pilota tende sempre a dire "basta che siano bravi, poi un gruppo vale l'altro". Io no. Ho sempre scelto le persone con le quali lavorare. È opinione comune che questo sia uno sport individuale, visto che in pista c'è il pilota, da solo contro gli altri, quindi il risultato finale è nelle sue mani. Ma in realtà anche questo è diventato, con gli anni e con l'evoluzione tecnologica, uno sport di squadra. Se il pilota non ha un gruppo forte alle spalle, può vincere anche qualcosa, ma non può realizzare imprese straordinarie.

Il gruppo conta. È fondamentale motivare la gente che lavora per te, è importante che ci sia calma e armonia, che ognuno sappia cosa deve fare; è molto utile avere un consigliere, uno del quale ti fidi e col quale puoi discutere nei momenti delicati. Io, tutto questo, l'ho sempre cercato.

Sin dall'inizio della mia avventura internazionale, nel 1995.

In quel periodo la squadra ufficiale dell'Aprilia, nella 125, era il Team Italia gestito da Domenico Brigaglia.



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