Per dieci minuti by Chiara Gamberale

Per dieci minuti by Chiara Gamberale

autore:Chiara Gamberale [Gamberale, Chiara]
La lingua: ita
Format: mobi, epub
ISBN: 9788807030710
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2013-11-17T23:00:00+00:00


17 dicembre, lunedì

alba 7.32 – tramonto 16.40

due lanterne cinesi

“È come... come se accendessero una qualche corrente, questi dieci minuti.”

“Mi spieghi meglio, Chiara.”

“Non l’ho ancora capito esattamente nemmeno io, dottoressa. Ho la sensazione che ogni giorno trasmetta a quello che viene dopo una specie di possibilità. Che poi magari non si realizza, eh. Ma che ha a che fare con...”

“Con?”

“Con la fantasia e con la perversione di quella che per comodità chiamiamo vita. Diciamo così. E con l’accettare che noi siamo molto meno fantasiosi, molto meno perversi di lei. Qualcosa del genere.”

“...”

“...”

“Basta davvero un attimo, no?”

“Per fare che cosa, dottoressa?”

“Perché i nostri schemi emotivi e mentali, da cui l’inconscio si sente protetto e che consideriamo i confini della nostra identità, si rivelino in realtà dei limiti.”

“Ci devo pensare.”

“Ci pensi.”

“...”

“...”

“...In effetti, dottoressa: possibile non mi fossi mai nemmeno accorta che, a tre passi da casa, esiste un posto che si chiama Casa del Ricamo? E che esistono riviste specializzate di punto croce, dibattiti in Internet, scuole di pensiero?”

“Allo stesso modo, chi non ha niente a che fare con la letteratura potrebbe stupirsi delle recensioni, delle classifiche dei libri più venduti, delle faide editoriali di cui mi parla lei...”

“Cose che invece per me sono pane quotidiano. Sono il mio mondo.”

“E mentre lei si rifugia nel suo mondo, il resto del mondo dove va a finire?”

“...Sa, avevo scritto un racconto, qualche anno fa. Non l’ho mai pubblicato, però.”

“E?”

“Si intitolava Egoland.”

“Egoland.”

“Parlava di una città dove ognuno vive in un palazzo rosso, blu, verde, comunque di un colore solo: ed è convinto sia l’unico possibile e immaginabile... Strano, no?”

“Cosa?”

“Era un racconto sul pericolo del conformismo, delle ideologie. Io, al contrario degli abitanti di Egoland, mi sentivo libera, aperta e indipendente. Invece.”

“Invece?”

“Invece mi sa che ci abito pure io.”

“A Egoland.”

“A Egoland.”

“Sa, Chiara: ci abitiamo quasi tutti. Se Egoland è la cittadina dei retaggi dell’infanzia, delle coazioni a ripetere e degli attaccamenti, è difficile evadere.”

“A meno che Egoland non esploda, come è successo a me, un anno fa.”

“Una grande occasione.”

“Un dolore senza precedenti.”

“...”

“Senza precedenti.”

“Però ci pensi, Chiara.”

“Ci penso.”

“Non fosse esplosa Egoland, non si sarebbe mai resa conto che, fuori da Egoland, le persone suonano il violino. Rubano. Cucinano. Fanno le volontarie in ospedale. Fuori da Egoland succedono tantissime cose. Succedono tutte, le cose.”

“Ma non è detto che faccia per me, quello che c’è fuori da Egoland.”

“Certo.”

“Ricamare, per dirne una, mi ha annoiata mortalmente. E a ballare l’hip-hop proprio non ci riesco.”

“Però?”

“Però che esistano persone che ricamano e ballano, in effetti, mi sembra una cosa... bella. Ecco. Sì. Una cosa bella.”

“A me sembra bello che lei improvvisamente prenda atto dell’esistenza di queste persone.”

“Spero solo che, a furia di prenderne atto, non perda di vista la mia, di esistenza.”

“Cioè?”

“Cioè ieri, per esempio, nella notte, mi sono svegliata di soprassalto, con un’angoscia terribile qui, in gola... Insomma, ho paura che se, con questa storia dei dieci minuti, mi distraggo dagli strappi che ho nel cuore, quegli strappi non si ricuciranno mai, e io non voglio diventare uno dei tanti esseri umani



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