Per futili motivi by Sapo Matteucci

autore:Sapo Matteucci [Matteucci, Sapo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2023-03-14T23:00:00+00:00

11. Io sono Kush

Quell’anno, dopo il Natale di sangue, non facemmo programmi. Costanza viveva chiusa in camera sua. Mangiava in camera sua, in pigiama. In camera sua, Ernesto ci disse che dopo la Londra infame, fredda, avida di denaro, voleva godersi Roma e, quindi, andò a vivere da un suo amico. Noi galleggiavamo, sospinti da un adagio poco sostenuto, col freno a mano, in quella terra di nessuno fra sacra festa di una nascita e pagano saturnale di una fine.

Quando accompagnai mia suocera alla stazione, stringendomi quasi in un soffio tattile la mano, poco prima di salire sul predellino, mi sussurrò: “Ma quella ragazza?”

“Però ce la farà,” risposi.

“Lei... e voi?”

Il treno parlò per me, le ruote sui binari, ferro su ferro: mi parve di scorgere le scintille, tra i vapori, in uno stridore d’altri tempi.

Al ritorno, apro la porta di casa e non trovo nessuno. Fa freddo. La caldaia in blocco, nei giorni più rigidi dell’anno, beffarda e dispettosa, a piantarci in asso nel cuore freddo di ogni inverno. Già, la certezza del ghigno climatico: chi aveva detto che ormai all’imperativo categorico s’era sostituito l’imperativo meteorologico?

La domanda è frantumata da un’altra frantumazione. Nella penombra incipiente, sotto i miei piedi, qualcosa scrocchia. A lampade accese, sul tappeto brillano piccoli bagliori rossi dell’unica palla che ho schiacciato. Non era la sola. Blu, d’oro, verdi e funghetti multicolori, stelline, scarpette d’argento, tutte sparse a terra. L’albero s’è accasciato sul divano, i pastori, i ciabattini, i cammelli, la cometa del presepe dispersi fra cuscini e tappeto. La capanna rovesciata sopra Gesù Bambino. I quadri alle pareti, sghimbesci, la porta d’un armadio aperta. Erano entrati i ladri?

Il telefono suona, Costanza è affannata, avevo sentito la scossa? Lei sì, al quarto piano, a casa d’un’amica, poi dopo in una stazione ferroviaria, a Pomezia; una cosa assurda, terribile, la gente scappava, nel piazzale le palme ondeggiavano, i treni si erano fermati e ora era lì. Al bar, le bottiglie avevano tintinnato tutte insieme, durante un’altra scossa, comunque arrivava con una sorpresa... Poi, come quasi sempre, la linea cade. Una linea che cade è leggera, silenziosa, definitiva.

Non c’è un canale televisivo senza uno speciale sul terremoto, con epicentro nella zona di Frosinone. L’eccitazione monta con la stessa notizia ripetuta all’infinito insieme all’aggiunta di domande, lanciate a raffica (“Ci sono vittime? E i senzatetto?... Quante le strade bloccate?...”) a cui il disgraziato col microfono in mano davanti a un campanile in rovina, non sa rispondere. Al telefono, la suocera risulta bloccata nei pressi di Orvieto, ma il treno sta ripartendo.

Il messaggio rassicurante di Teodora mi dice che sono sempre occupato, che non si può parlare con me; lei, comunque sta bene, torna tra poco. Poi forse mi richiama, forse no, forse ritarda. Costanza, invece, di nuovo mi annuncia, trionfante, un regalo. Aveva trovato un passaggio e dovevo restare a casa ad aspettarla. Ernesto non risponde, ma da un suo amico mi arriva sul telefono, un “Tutto bene”.

Apparecchio per due, nobilito un proseccaccio pescato in fondo al frigo,

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.