Per la gloria di Roma by Douglas Jackson

Per la gloria di Roma by Douglas Jackson

autore:Douglas Jackson [Jackson, Douglas]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2021-06-02T22:00:00+00:00


XXVII

Ilario era in testa alla processione e portava fra le braccia i fasces che simboleggiavano il diritto di dispensare giustizia detenuto da Valerio. In mezzo ai fasci di betulla scintillava un’ascia, metafora dell’imperium: potere garantitogli dall’imperatore in persona e che includeva la facoltà di condannare un uomo a morte. Come legato aveva diritto a cinque littori. Gli altri quattro – Shabolz e tre dei suoi pannoniani – sfilavano al fianco del romano e di Tabitha, che aveva il viso e i capelli nascosti dalle pieghe della sua palla. Alle loro spalle marciavano i funzionari che lo avrebbero assistito in tribunale, seguiti da un centinaio di membri dell’ordo disposti in coppie.

Il profumo di carne arrosto permeava l’aria del mattino. Il sacrificio offerto da Valerio si era rivelato un successo e il giorno particolarmente favorevole. Mentre si avvicinavano agli scalini della basilica, gli tornò in mente la chiara immagine di Larcio Destro che gli faceva l’occhiolino dai gradini del tempio.

«Vorrei che mi avessi detto cos’hai in mente», bisbigliò Tabitha. «A volte, marito mio, sai essere davvero impulsivo».

Ma Valerio si limitò a stringerle la mano, nient’altro. Due lunghe file di veterani della milizia chiudevano la via verso il tribunale e tenevano a bada le centinaia di curiosi che erano accorsi a vedere la parata. I membri dell’accusa e della difesa dei quattro casi della giornata li aspettavano ai piedi della scalinata, in due gruppi distinti. Erano passati dal lanciarsi occhiatacce reciproche a tenere lo sguardo incollato su quegli uomini che avrebbero deciso del loro destino. E ciò che vedevano era un quadro fedele della potenza legale di Roma. Un viso severo solcato dalle cicatrici, capelli corti e grigi come il ferro. Un uomo che camminava con la sicurezza data dall’esperienza e sfoggiava senza imbarazzo i segni dei suoi anni militari. Qualcuno osò guardare quegli occhi stretti e spietati, rabbrividendo. Qualcun altro, invece, rassicurò sottovoce i suoi compagni.

Una volta dentro, Valerio accompagnò Tabitha al suo posto, alla destra della pedana, prima di accomodarsi al suo. Ilario consegnò i fasces a Shabolz, estraendo l’ascia dal manico lungo. Si voltò a guardare Valerio, che gli rispose con un breve cenno del capo. Ilario salì sulla piattaforma e si posizionò alla destra del legatus iuridicus con la pesante ascia tenuta senza fatica sul petto e lo sguardo burbero e minaccioso. Valerio sentì qualche mormorio di disagio mentre i membri dell’ordo prendevano posto sulle loro panche. In quel tribunale nessuno poteva illudersi su chi detenesse il comando e fin dove arrivassero i suoi poteri: guardavano Ilario e vedevano il boia del legato.

I funzionari se ne stavano dietro alle loro scrivanie mentre difensori e accusatori con i loro rappresentanti si accomodavano ai lati opposti della sala. I testimoni invece sarebbero stati tenuti lontani dal processo finché non fosse arrivato il loro turno. Quando tutti i partecipanti furono al loro posto, uno dei funzionari fece segno al soldato a guardia della porta di lasciare entrare i cittadini di Colonia e delle campagne circostanti che corsero ad accaparrarsi i posti migliori alle spalle dell’ordo.



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