Per la mia strada by Eva Toschi

Per la mia strada by Eva Toschi

autore:Eva Toschi [Toschi, Eva]
La lingua: ita
Format: epub
editore: HarperCollins Italia
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


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DISAGIO

Alpi, aprile-maggio 2018

Da Livigno, ho guidato senza mai fermarmi fino ad Arco di Trento. Nonostante i piccoli dispetti invernali, Maurone aveva superato la stagione fredda in gran forma. Mi è sembrato quasi rinvigorito dopo questo periodo di letargo. Anche a me – per certi versi – ha fatto bene qualche mese di pausa dalla strada.

Non è stato per niente difficile abbandonare i comfort che mi hanno reso la vita più facile quest’inverno, anzi; arrivata la primavera ho iniziato a fremere dalla voglia di partire.

L’inverno mi è servito a ricaricare le batterie, riempire il portafogli e godere di una quantità smisurata di docce bollenti.

Non è stato per niente male riabituarsi a fare la pipì comodamente seduta sulla tazza; per non parlare del bidet.

La vita comoda mi è servita a riaccendere la fiamma, che nell’ultimo periodo in valle si stava affievolendo.

Ho guidato da Livigno fino ad Arco perché il giorno successivo alla mia partenza avevo un appuntamento importante.

Durante una delle tante serate solitarie in valle che passavo seduta al tavolo con il calore della stufa sulla schiena, ho scritto un racconto breve con cui ho partecipato al Blogger Contest di Altitudini, un sito che tratta la montagna in tutte le sue sfaccettature. Il tema del concorso ruotava attorno alla carne dell’orso, un’immagine che ha usato Primo Levi nel suo libro Il sistema periodico e in particolare all’interno del racconto di una sua esperienza in montagna insieme a un amico, intitolato Ferro.

Insomma, dovevamo scrivere un racconto che parlasse di quando avevamo mangiato la carne dell’orso anche noi.

Ho mandato il racconto solo pochi giorni prima della scadenza.

Era dai tempi del liceo che non scrivevo qualcosa con un tema scelto da qualcun altro e improvvisamente mi sono sentita come obbligata a scrivere, e per questo mi è risultato molto difficile trovare l’ispirazione per scrivere qualcosa di buono.

Da quando ho riscoperto la scrittura l’ho usata solo al fine di parlare a me stessa dell’argomento che preferisco; mai agli altri di quello che stava più a cuore a loro.

Il tema – in realtà – stava a cuore anche a me, ma più mi sentivo obbligata a scrivere qualcosa di sensato, più mi ritrovavo sistematicamente a fissare una pagina bianca.

Una sera qualcosa si è sbloccato e ho scritto di getto il pezzo che poi ho intitolato Sopravvivenza. L’ho riletto poche volte prima di mandarlo via mail; il tempo ormai stringeva e se volevo partecipare al contest dovevo dare in pasto il mio lavoro di una sola sera.

Il giorno dell’epifania – che a Livigno si festeggia con il ghibinet, durante il quale i bambini se ne vanno in giro a chiedere dolci a parenti e negozi – è uscito il risultato finale del contest.

Quella mattina ero a casa di Simone, come succedeva spesso da quando anche lui aveva mollato il suo lavoro da ingegnere in città ed era tornato a Livigno dai suoi e, mentre lavoravo con una connessione decisamente migliore di quella del bunker, mi sono interrotta per l’arrivo di una nuova mail.

Era arrivato il momento della verità.

Ho



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