Per non morire d'arte by Ugo Nespolo

Per non morire d'arte by Ugo Nespolo

autore:Ugo Nespolo [Nespolo, Ugo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Einaudi
pubblicato: 2021-02-24T12:00:00+00:00


Capitolo settimo

H&L

Il tono aulico, esclusivo e sacerdotale che ha sempre avvolto il mondo dell’arte sino quasi a soffocarlo e renderlo patetico ha spesso generato in me un senso di diffidenza. Mi è parso solo un abile gioco a carte coperte, buono per costruire miti interessati, orpelli convenienti e arroganti, utili per santificare esclusioni e generare diffidenze. Facile incontrare nella storia dell’arte atteggiamenti meno aristocratici, tensioni chiare e dichiarate di portare l’arte fuori dalla palude di esili concettualismi e di obblighi, umiliandola per la generosità di voler sostanziare il mondo con una creatività diffusa, lontano dall’asettica prigione dei musei che da tanto tempo si sono trasformati in celebrative destinazioni per svagate comitive. La fredda e forzata divisione dei livelli di cultura in High & Low, quell’alto e basso artificioso mi ha da tanto tempo spinto a spiegarne le ragioni teoriche, dire a me stesso che il gesto praticato di mescolare le attitudini, non temere di frequentare le pratiche basse, privilegiare l’ecclettismo e le sia pure innocenti divagazioni mi dava e mi dà un senso di vitalità e di euforia, quasi il gusto di una rischiosa, individuale trasgressione in anni di direzioni obbligate e di ferrei dogmatisti, di evanescenza e vaghezza di pensieri e teorie.

Il 7 ottobre 1990 Kirk Varnedoe e Adam Gopnik mettono in scena al MoMA di New York una mostra dal titolo High & Low. Modern Art and Popular Culture che a tutt’oggi rappresenta il gesto piú radicale e lungimirante del tentativo – perfettamente riuscito e per questo molto osteggiato – di provare ad abbattere la sciocca barriera innalzata in ambito culturale.

Ricorda Arthur Danto che la mostra High & Low, per aver preso le mosse e le sue energie dal mondo della cultura popolare rifiutando i paradigmi greenberghiani e i suoi purismi, è stata fortemente avversata dai critici che vedevano venir meno la loro autorità. Varnedoe s’era fatto beffa degli dèi e delle loro astratte ortodossie. L’autore ci propone – come in un film di Woody Allen – di seguire in una sorta di camminata all’ora del crepuscolo un artista agli inizi del Novecento quando, appena lasciate le auliche sale del Louvre, s’avvia verso il suo atelier, presumibilmente a Montmartre. Ha provato a ricercare nella Nike di Samotracia, nelle opere del Rinascimento italiano e fiammingo, nella Zattera della Medusa di Géricault una fonte d’ispirazione, un pensiero da trasferire nelle sue opere come armonica prosecuzione di quegli ideali alti ed eterni.

Attraversa boulevard affollati, parchi pubblici, mentre dentro di sé vive impellente il desiderio di poter essere del proprio tempo, di trovare ideali di modernità lontani dal retaggio del passato, sente di dover testimoniare la contemporaneità fatta di macchine, scienza, rivoluzione sociale e improvvisamente comprende come questi ideali non stiano nelle memorie auliche del museo e neppure fra le mura del suo atelier.

La modernità vive tutta in quella passeggiata, nella vita intorno a lui, nelle apparentemente banali e marginali immagini che lo avvolgono, i poster commerciali, le vetrine dei negozi, i grandi magazzini, nei giornali del mattino, nei colorati chioschi che incontra lungo il quai.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.