Per tutto il resto dei miei sbagli by Camilla Boniardi

Per tutto il resto dei miei sbagli by Camilla Boniardi

autore:Camilla Boniardi [Boniardi, Camilla]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2021-03-29T12:00:00+00:00


12

Guazzabugli di sogno

La mattina del 24 agosto del 2000 avevo dieci anni e molta paura.

Rannicchiata sul cocuzzolo di uno scoglio dell’isola d’Elba, fissavo l’acqua quattro metri più in basso sperando di trovare, fra le onde del mare, il coraggio di tuffarmi.

Ho sempre avuto poca confidenza con le altezze, questo è sicuro.

Non ci eravamo mai affrontate in modo diretto, tra di noi vigeva un tacito accordo per cui si fingeva di non vedersi, ci si evitava con elegante diffidenza.

Quel giorno, però, il mio orgoglio di unica rappresentante del partito femminucce, in una compagine di abbonati alle Bull Boys, strinse un patto di non belligeranza con la mia paura: non è che la volesse sfidare a viso aperto, però iniziò a parteggiare per le onde, cercando di convincere il tremolio delle mie ginocchia a prendersi una pausa e lasciare che queste potessero distendersi coraggiose e lanciarsi nel vuoto.

Chi, tra i miei amici, aveva già dimostrato il proprio valore con qualche spanciata sopportata in eroico silenzio, provava a scollarmi le piante dei piedi da quel pezzo di roccia, ma nessuna parola di incoraggiamento sembrava sortire alcun effetto.

Le vertigini erano incontrollabili.

Continuando a tenere lo sguardo fisso sulla superficie del mare, vagliavo ogni possibile rischio: una distanza mal calcolata che mi avrebbe fatto scontrare sulla roccia, un impatto troppo violento, magari con le piante dei piedi, che avrebbe potuto inficiare le mie caviglie, una paura così grande da sopportare, per il cuore, che si sarebbe potuto stranire, reagendo in modi inaspettati.

Ogni variabile presa in considerazione aggiungeva un sassolino al piatto della ritirata.

Nella mia visione delle cose, la soddisfazione di poter dire di avercela fatta da sola non era minimamente in grado di scongiurare la mia tentazione di resa incondizionata.

Mi riusciva difficile credere che lanciarmi da quella roccia fosse cosa sicura e divertente, così come sentivo gridare dai più coraggiosi che erano già planati.

Quindi, con grande attenzione e movimenti contratti, tornai indietro, scesi da quello scoglio nemico pronta a convivere, da quell’estate in avanti, con l’onta della sconfitta.

Non ero riuscita a saltare, la mia innata vocazione per la prudenza aveva ostacolato quel tuffo nel vuoto lasciandomi addosso un’amara avversione per tutto ciò che fonda la sua attrattiva nell’accettazione del rischio.

La mattina del 5 ottobre del 2015, invece, di anni ne avevo venticinque, ma la paura era rimasta identica.

Mentre fissavo il biglietto del treno che facevo scorrere, liscio, tra indice e medio, mi sentivo di nuovo rannicchiata su quello scoglio, indecisa se lanciarmi o meno, senza però vedere, questa volta, se alla fine del salto ci sarebbe stato il mare.

Forse era quello il riscatto che stavo aspettando, dopo quindici anni potevo prendermi una personale rivincita, accettare l’invito di Leandro senza riflettere troppo su quale atterraggio avrebbe fatto più male o quale danno avrei provocato alle pareti del cuore in caso di disfatta.

Solo una bella spinta convinta.

Quella volta non ci sarebbe stato ingresso favorevole in grado di attutire la caduta se qualcosa avesse tradito le aspettative.

Il mio, in quel momento, era un atto di fede: partire e passare



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