Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo - 3. La maledizione del titano by Rick Riordan

Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo - 3. La maledizione del titano by Rick Riordan

autore:Rick Riordan [Riordan, Rick]
La lingua: ita
Format: mobi, epub
ISBN: 9788852019180
editore: Mondadori
pubblicato: 2011-05-09T22:00:00+00:00


DODICI

FACCIO SNOWBOARD

CON UN CINGHIALE

Eravamo arrivati ai margini di una piccola località sciistica annidata fra le montagne. Il cartello diceva: BENVENUTI A CLOUDCROFT, NEW MEXICO. L’aria era fredda e rarefatta. I tetti delle baite erano coperti di neve, che si ammucchiava in sporchi cumuli anche ai lati delle strade. Alti pini si stagliavano sulla vallata, proiettando ombre scurissime nonostante il sole del mattino.

Malgrado il cappotto di pelle di leone, stavo congelando quando giungemmo sulla via principale, che era a poco meno di un chilometro dai binari della ferrovia. Strada facendo, raccontai a Grover la mia conversazione della sera prima con Apollo, e il suo consiglio di andare a cercare Nereo a San Francisco.

Grover sembrò a disagio. — Bene! Ma prima dobbiamo arrivarci.

Cercai di non abbattermi troppo pensando a ciò che ci aspettava. Non volevo mandare Grover nel panico, ma sapevo che avevamo anche un’altra grossa scadenza incombente, oltre a dover salvare Artemide in tempo per il Consiglio degli dei. Il Generale aveva detto che avrebbero tenuto in vita Annabeth solo fino al solstizio d’inverno, ovvero fino a venerdì, e mancavano soltanto quattro giorni. Aveva anche accennato a un sacrificio, e la cosa non mi piaceva per niente.

Ci fermammo al centro della città. Da lì si riusciva a vedere quasi tutto: una scuola, un gruppetto di negozi e di locali per turisti, qualche baita e una bottega di alimentari.

— Fantastico — esclamò Talia, guardandosi attorno. — Non c’è una stazione degli autobus. Niente taxi e niente autonoleggi. Nessuna via d’uscita.

— Però c’è un caffè! — esclamò Grover.

— Sì — convenne Zoe. — Il caffè è buono.

— E anche i dolci — aggiunse lui in tono sognante. — E la carta oleata.

Talia sospirò. — E va bene. Voi due andate a prendere un po’ di cibo per tutti. Percy, Bianca e io facciamo un salto alla bottega. Forse ci possono dare delle indicazioni.

Concordammo di ritrovarci di fronte all’alimentari quindici minuti dopo. Bianca sembrò a disagio a venire con noi, ma non protestò.

Nella bottega scoprimmo due o tre cosette utili su Cloudcroft: non c’era abbastanza neve per sciare, i ratti di gomma costavano un dollaro l’uno, e non c’era un modo facile per raggiungere o lasciare la città, a meno che non avessi la macchina.

— Potete far salire un taxi da Alamogordo — suggerì il commesso in tono dubbioso. — È in fondo alle montagne, ma ci metterà almeno un’ora a venire quassù. Dovrete spendere diverse centinaia di dollari.

Il tizio aveva un’aria così desolata che comprai un ratto di gomma. Poi uscimmo e ci fermammo sotto il portico.

— Magnifico — brontolò Talia. — Faccio un giro per gli altri negozi, vediamo se qualcun altro può suggerirci qualcosa.

— Ma il commesso ha detto…

— Lo so — mi interruppe lei. — Però controllo lo stesso.

La lasciai andare. Sapevo cosa significasse sentirsi irrequieti. Tutti i mezzosangue hanno problemi di deficit dell’attenzione, per via dei riflessi da combattimento innati. Non sopportiamo di starcene fermi ad aspettare. E poi, avevo la sensazione che Talia fosse ancora turbata per la nostra conversazione della sera prima su Luke.



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