Piazza pulita by John Dickson Carr

Piazza pulita by John Dickson Carr

autore:John Dickson Carr [Carr, John Dickson]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Romanzo
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


12

Nella biblioteca c'era, spaventatissima, la cameriera. Il giudice, mi disse Sargent, stava facendo un pisolino nella sua stanza.

Matt era in città per organizzare il funerale di Twills. Mary era di sopra con Clarissa, nella camera di Jinny; perciò avevamo la biblioteca tutta per noi. Sargent era dietro il tavolo nel centro, con il libretto delle annotazioni pronto. Osservava Giovanna: una ragazzona forte e massiccia, con la faccia unta, il naso schiacciato e le trecce strette in cima alla testa, che si dondolava da un piede all'altro e lanciava occhiate sospettose al commissario. Non le importava che ci fosse stata una morte in casa, ma la disturbava la presenza della polizia. Sargent conosceva la tattica da adottare con quel genere di testimoni.

— Giovanna, sapete chi sono io? — le chiese serio.

— Sì, lo so — rispose lei. — Mio fratello Mike vi conosce.

L'avete messo in prigione perché fabbricava whisky; però né io né lui ne fabbrichiamo.

— Non fa niente, Giovanna. Voglio chiedervi qualcos'altro.

Ma la voce di lei aumentò di tono: — Voi l'avete portato via con il furgone della polizia e l'avete messo in prigione. Il prete ve l'aveva detto che era innocente, eppure voi lo avete portato via lo stesso.

— Va bene! — la interruppe Sargent. Poi, imitando il suo modo di parlare quando voleva fare impressione, disse: — Rispondete a tutte le domande che vi farò, altrimenti vi porto in prigione!

La sua espressione non cambiò, ma era spaventata.

— Fate pure — disse. — Vi dirò quello che volete sapere. Non ho paura, io non fabbrico whisky!

Sargent annuì e riprese con il suo solito tono: — La scorsa notte era la vostra serata libera, vero?

—Sì.

—Dove siete andata?

— A casa, come ogni sera che sono libera. Io sono una brava ragazza. Prendo l'autobus delle otto e rimango con mia madre fino alla mattina dopo.

— Dove abitate?

Lei esitò, con una strana riluttanza a dare spiegazioni precise su nomi e luoghi. — Abito alla Repubblica.

— Siete stata tutto il giorno in cucina, ieri?

— Io? In cucina? — Sembrava che non le fosse ancora entrato in mente che cosa le si stava chiedendo. Qualcuno aveva inghiottito qualcosa ed era morto, e con questo? La gente beveva sempre delle porcherie e moriva. Perché tanti discorsi?

— Io in cucina? — ripeté. — Io no, faccio i letti, tolgo la polvere e scopo...

— Siete stata tutto il pomeriggio in cucina?

Lei pensò intensamente. — Sì, dopo pranzo, tutto il tempo.

— Giovanna, ricordate il barattolo del veleno per i topi nella dispensa?

— Per uccidere i topi? Sì, l'ho cercato questo pomeriggio. Ci sono tanti topi in cantina, specialmente quando ci mettono le mele, perciò ho cercato il veleno nella dispensa, ma non c'era.

— Ne siete sicura ? Il veleno non c'era nel pomeriggio presto?

— No, io non dico bugie; ho chiesto alla signorina Quayle che cosa ne aveva fatto del veleno e mi ha risposto di non occuparmene e di pensare a pulire.

— Quale signorina Quayle?

— Quella più magra.

— La signorina Mary?

— Sì, viene spesso in cucina; io le dico che manca il veleno peri topi e lei mi dice che non dico la verità.



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