Piombo rosso by Giorgio Galli

Piombo rosso by Giorgio Galli

autore:Giorgio Galli [Galli, Giorgio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Political Science, General, History
ISBN: 9788868651169
Google: 0QlxBgAAQBAJ
editore: Baldini & Castoldi
pubblicato: 2013-09-26T22:00:00+00:00


Fondi neri del Sisde

Gli anni definiti di transizione dalla prima alla peraltro incompiuta seconda Repubblica, sono caratterizzati, per quanto riguarda i servizi, soprattutto dalla vicenda dei «fondi neri» del Sisde (1992-93) e dalla lotta alla mafia che, dagli omicidi di Falcone e Borsellino (1992) culmina con l’arresto di Riina (1993), per sfociare negli attentati della primavera-estate ’93. Altro evento importante è l’omicidio di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin, nel 1994.

Occorre tenere presente che le vicende della lotta alla mafia coinvolgono il numero uno del Sisde, generale Mario Mori (dell’Arma) e il precedente numero tre, questore Bruno Contrada. Le tre vicende (fondi neri, mafia, Ilaria Alpi) concorrono nel fornire un quadro d’insieme dei servizi prima della svolta delle elezioni del 1994. Esse vanno però analizzate separatamente, a partire dalla prima.

La faccenda dei fondi neri ha due precedenti che vanno ricordati: il primo immediato, l’altro di cinque anni prima. Il 17 marzo 1992 il Quirinale comunicò l’insediamento di una commissione di esperti per lo studio di una ristrutturazione dei servizi, dopo le polemiche su «Gladio». L’8 febbraio ’93 il ministro della Difesa, Fabio Fabbri (Psi), annunziò che cessavano di far parte dei servizi, per tornare alle amministrazioni di provenienza, 427 persone su 444399 (313 del Sismi, 129 del Sisde, 25 del Cesis, la struttura di coordinamento).

Dopo lo scoppio dello scandalo, la riforma, che poteva apparire più urgente, venne invece accantonata dal governo Ciampi, che ritirò il disegno di legge in materia il 3 dicembre ’93. Si possono supporre pressioni dei servizi, rese possibili perché la vicenda dei fondi neri coinvolgeva varie personalità politiche1.

Tra esse Oscar Luigi Scalfaro, nel frattempo divenuto presidente della Repubblica dopo le elezioni del 1992 e le dimissioni anticipate di Cossiga, comunque in scadenza del mandato settennale. E proprio a Scalfaro si riferisce l’altro precedente che risale al 1987.

Convocato dalla Commissione affari costituzionali della Camera, quale ex ministro dell’Interno (del governo Craxi), la sua audizione sui servizi segreti viene così riassunta: «Le pressioni politiche sui servizi segreti ci furono, o per lo meno Scalfaro ne è convinto. Ma, sottoposto a un fuoco di fila di contestazioni, non ha saputo o non ha voluto fornire ulteriori assicurazioni. “I servizi – disse al ‘Corriere della Sera’ l’8 agosto ’87, in una intervista che scatenò un mare di polemiche, non ancora sopite (e confermata in Commissione) – non si sarebbero mai prestati a strumentalizzazioni, anche le più meschine e personalistiche. Io ritenni che tentativi fossero avvenuti, ma non chiesi ulteriori particolari, sia perché il direttore del Sisde Parisi non aveva fatto nessun accenno che potesse farle ipotizzare, sia perché l’assoluta ortodossia di comportamento dei servizi chiudeva ogni problema. Se così fosse stato, sarei intervenuto senza riguardi per chicchessia”. Scalfaro si diffonde anche a spiegare quali sarebbero potuti essere i comportamenti illeciti. “Si può chiedere protezione per una persona che si teme sia in grave pericolo e si può determinare un controllo nella vita della stessa da usarsi per altri fini; ci si può rivolgere ai servizi per avere conferma che dei



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