Poesie e tragedie by Alessandro Manzoni

Poesie e tragedie by Alessandro Manzoni

autore:Alessandro Manzoni [Manzoni, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Utet
pubblicato: 2012-12-31T23:00:00+00:00


[XVI]

[SU VINCENZO MONTI]

Questi versi acremente ironici contro il Monti sono ricordati dal Tommaseo come facenti parte di un gruppo di epigrammi conservati dal Mustoxidi, nonché dal Bonghi, che afferma di averli uditi dalla bocca dello stesso Manzoni nelle conversazioni di Stresa. Ciò depone senz’altro a favore della loro autenticità, negata dal Cantù e dal Bellezza. Impossibile, però, stabilirne la data di composizione. Secondo il Lesca, che riferisce una dichiarazione fatta da Luigi Longoni a Giulio Carcano, l’epigramma «fu dapprima sussurrato dal Manzoni all’orecchio del vicino e passò ad altri, suscitandone l’ilarità», sinché, «pervenuto al Monti, fu causa d’inquietudine e per qualche tempo di broncio». Per tal via, Sanesi, seguito da Ghisalberti, li collega ad uno screzio sorto tra Monti e Manzoni nel 1807, cui si riferisce la lettera del 16 giugno: in essa il poeta si difende dall’«accusa fattagli d’irragionevole e celata inimicizia», riconoscendo di aver potuto «benissimo, parlando de’… componimenti [del Monti] con amici, aver detto ciò che al debolissimo suo giudicio pareva in essi reprensibile, con quella stessa bocca con cui ne ha esaltato le bellezze», ma negando qualsiasi maldicenza e volontà denigratoria (Lettere, 33).

In realtà l’aneddoto del Lesca nella sua genericità pare inventato a posteriori, con l’intento di dar colore; ma soprattutto si dovrebbe supporre in Manzoni, se davvero questi versi fossero l’oggetto del contendere, una poco credibile perfidia e una notevole faccia tosta, nel professare la propria sincera ammirazione e la propria buona fede. Per questo, più che per la distanza cronologica (sulla quale insistono il Bezzola e l’Azzolini) che così intercorrerebbe tra l’epigramma e la pubblicazione dell’ode «Fior di mia gioventute» (1803), cui esso si riferisce, la relazione mi sembra scarsamente probabile. Del resto, è curioso che lo stesso principio non sia stato usato dai due critici per riportare il distico sui primi versi della Mascheroniana al 1801. Una qualsiasi rilettura del testo, anche fatta a notevole distanza di tempo, potrebbe aver offerto lo stimolo alla composizione: sicché mi pare più prudente rinunciare ad ogni tentativo di datazione (nell’incertezza, conservo la sequenza proposta dal Ghisalberti). La supposta contiguità cronologica con l’Adda, che è stata avanzata dall’Azzolini a riprova di una datazione alta di questi versi sulla base (assai opinabile) della ricerca che vi si può riconoscere di «toni alternativi» all’«indiscusso predominio dell’ammirazione per Monti», mi pare sia da escludersi in virtù del tono di filiale reverenza che l’idillio e le lettere del periodo lasciano intravedere, laddove col tempo, pur in un’atmosfera di persistente e affettuosa amicizia, il rapporto si fa paritetico, le distanze più nette, e l’ammirazione non esclude il riconoscimento di limiti e difetti.

La pungente vivacità di questi versi rivela in Manzoni una precoce attitudine all’ironia e una vena di sotterranea mordacità (insospettabili alla sola lettura dei versi neoclassici) che percorreranno gran parte della sua esistenza, come emerge da tanti degli aneddoti narrati dai biografi e dallo stesso romanzo. Ma si avvertono anche il culto della libertà, che rende sgradita qualsiasi poesia d’encomio (come nel sermone A G. B. Pagani), e la giovanile insofferenza per Napoleone.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.