Porcospini digitali by Davide Sisto

autore:Davide Sisto
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2022-04-08T00:00:00+00:00

L’esperienza dal vivo: esiste veramente solo ciò che passa senza lasciar traccia?

Le attività svolte durante i periodi di lockdown, quarantena e coprifuoco all’interno della città digitale globale, e che ho solo in minima parte descritto nel paragrafo precedente, hanno come loro elemento fondamentale e imprescindibile il live streaming, la vera e propria anima del mondo digitale. Il live streaming, permettendo l’invio e la ricezione dei dati in tempo reale e all’interno di una specie di flusso temporale continuo, produce di fatto la vitalità e la mobilità dei frammenti e delle tracce che costituiscono le nostre plurime presenze online. In particolare, compenetra insieme – vivificandole – le piattaforme, quali luoghi adibiti alla produzione costante di dati con cui proseguire le attività intersoggettive interrotte, e gli archivi, esito del mutamento immediato di tali dati in documenti registrati. In tal modo, regola le costanti metamorfosi tra l’essere vicini e l’essere distanti prodotte dalla realtà onlife.

Ora, la vita in streaming della città digitale globale, per cui possiamo essere presenti in tempo reale – in carne e ossa o sottoforma di avatar – pur essendo fisicamente distanti, ci fa riflettere sul significato assunto, nel mondo contemporaneo, dall’espressione «esperienza dal vivo». Nel corso degli ultimi anni, a partire soprattutto dalle riflessioni di Philip Auslander, sono aumentati in maniera considerevole gli studi scientifici di natura interdisciplinare sul significato da attribuire ai concetti di liveness e di re-live, quali esperienze mediatiche, fenomenologiche, ontologiche, retoriche ecc. Oltreché gli studi sul ruolo delle esperienze digitalmente mediate per il prolungamento online delle identità plurime e per lo svolgimento di ogni azione fermata dal lockdown.28

La definizione di «esperienza dal vivo», applicata in primis alle performance artistiche e di intrattenimento, include necessariamente – nella realtà onlife – le composite conseguenze del progressivo incremento dei contesti mediatizzati negli spazi urbani digitalmente integrati, dell’ampliamento delle modalità di interazione tra gli artisti e il loro pubblico, dell’incidenza dei metodi di registrazione e riproduzione audiovisive, del rapporto tra ciò che è simultaneo e ciò che è differito, della complessità assunta dai concetti di autenticità e di immediatezza associati solitamente agli eventi live ecc. Tutti questi aspetti sono fondamentali per comprendere l’evoluzione delle espressioni artistiche nel XXI secolo, e implicano un insieme di riflessioni teoriche che riguardano, in primis, il campo dei Media Studies. Non intendo ovviamente entrare all’interno di questo campo, che richiederebbe uno studio a sé e una serie di riflessioni che esulano dagli obiettivi del presente libro. Mi interessa, invece, provare ad analizzarne alcune componenti da un punto di vista filosofico, per mostrare lo stretto rapporto tra i concetti di liveness e di re-live, da un lato, e le trasformazioni tecnologiche del rapporto tra l’essere presenti e l’essere assenti, dunque tra la vita e la morte, dall’altro.

Ora, per la comprensione di questo punto occorre innanzitutto partire dal modo più comune di intendere l’esperienza live: generalmente, viene considerata come un’esperienza, perlopiù di natura artistica o di intrattenimento, programmata nel giorno X all’ora Y all’interno del luogo fisico Z, in cui si danno appuntamento gli artisti e il loro pubblico.

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