Praga di incanti e di spettri by Michele monina

Praga di incanti e di spettri by Michele monina

autore:Michele monina
Format: epub
ISBN: 9788896999677
editore: Laurana editore
pubblicato: 2013-03-01T16:00:00+00:00


Per la seconda volta nel corso di questo mio Grand Tour de Force mi trovo in difficoltà nello scrivere quello che, a ben vedere, dovrebbe essere il capitolo che mi viene più naturale, quello dedicato alla musica. Sono un critico musicale, vivaddio, e da sempre mi occupo di libri quanto di dischi. Ne ho una quantità impressionante, che si parli di vinili, di cd, di musicassette, ma anche, più recentemente, di folder contenenti MP3. Qualcosa come diecimila album, forse anche di più. Tanta, tantissima roba che ho consumato a furia di ascoltarla, e tanta, tantissima, che non ascolterò mai, ma che sta lì a far massa critica.

Ma tra tutti questi diecimila e passa album, ve lo giuro, non c’è nessun’opera di artista praghese, e neanche di artista ceco. Non che sia stato lì a spulciarli tutti, uno per uno, ma conosco i miei polli, e la parola “Praga” e le parole “Repubblica Ceca”, quando si parla di musica, mi lasciano costantemente in sonno.

Niente, zero carbonella, il vuoto assoluto, la fine del mondo profetizzata dai Maya fatta colonna sonora.

Un po’ come era successo nella penultima tappa del mio viaggio, a Vienna e in Austria. Ma anche peggio. Perché in fondo, cercando cercando, qualcosa su Vienna era saltato fuori. Falco, sicuramente, quello di Der Kommissar e Rock me Amadeus. Gli Opus, per dire altro, o qualche brano che Vienna citava, come quello degli Ultravox, e poi roba più recente, come Kruder & Dorfmeister. Poi, ovviamente, essendo Vienna la patria degli Asburgo, c’era Mozart. Sì, lui, Wolfgang Amadeus Mozart, il massimo genio della musica classica che a Vienna aveva vissuto parte della sua giovane vita e a Vienna aveva trovato la morte. Ecco, diciamo che pensando a Praga, l’unico appiglio che mi viene in mente, sul momento, è Mozart. E di Mozart, quindi, parlerò in seguito, recuperando le parole già spese in precedenza. Ma riguardo a nuovi artisti cechi, be’, niente di niente.

Anche volendo giocare scorretto, sempre che si possa dire scorretto chi cerca di sopperire a una propria mancanza andando a studiare, fosse anche lo studiare moderno, quello che si fa in rete, googlando o wikipediando, non salta proprio fuori niente. Nessun cantante pop o rock di grido che poi, a un certo punto, scopri essere praghese o ceco. Né oggi né in passato.

Non c’è, tornando a Vienna, un Falco praghese. Ma neanche qualcuno di indie, noto ai cultori di un qualche sottogenere ma ignoto al grande pubblico. È un po’ come se la Repubblica Ceca, quella nata da una costola della Cecoslovacchia, quella il cui primo presidente è stato Havel, l’amico di Frank Zappa e di Bono degli U2, non avesse orecchie. O magari sì, come se le orecchie ce le avesse pure, ma non avesse la capacità, vai a capire perché, di produrre musica non dico di estrema qualità, ma neanche decente.

Perché, colta questa notevole lacuna mia, di Google e di Wikipedia, una volta arrivato in loco ho cercato di metterci una pezza nel più tradizionale dei modi, cioè andando



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