Predatori e prede by Kathy Reichs

Predatori e prede by Kathy Reichs

autore:Kathy Reichs
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2020-03-09T12:00:00+00:00


21

Lunedì 9 luglio

Mi svegliai con Bob Marley che mi invitava a prendermela comoda. Gli occhi corsero alla sveglia.

9:48. Impossibile.

’Cause every little thing gonna be all right…

Presi il cellulare, e quando ci appoggiai l’orecchio Slidell stava già parlando. «… la bradipa in toga dice che non basta e che dovrei…»

«Cioè, la giudice ti ha negato il mandato?» Calcai sulle parole per fingere di essere del tutto sveglia.

«La sua opinione – che vale più o meno come quella del gerbillo rincoglionito di mio cugino – è che delle foto prive di attribuzione, un osso di origine dubbia e un sentito dire non costituiscono giusta causa».

«Merda.»

«E mi ha suggerito, non troppo cortesemente, di tornare con qualcosa di più.»

«E noi lo faremo.»

«Noi? Non mi pare ci sia andata tu, là, a sorbirti un cazziatone…»

Gli parlai del pezzo di stoffa, di DeepHaven, delle coordinate GPS nascoste nella pubblicità di Timmer.

«Sono sicuro che le hai già verificate.»

«Non ancora.» Non accennai alla mia estromissione da DeepUnder né al conseguente attacco di paranoia per cui ora temevo che il mio Mac mi spiasse. «Ma ne capisco abbastanza da sapere che il luogo si trova poco più giù di Charlotte.»

«Pensi che sia una specie di agenzia immobiliare?»

«Se è così, Timmer non la pubblicizza un granché.»

«Dicevi che queste chiacchiere cercano di piazzare vecchie basi missilistiche. Può darsi che i compratori vadano controllati, prima di ricevere le informazioni riservate.»

Un senso ce l’aveva.

«E che mi dici di Kimrey?» chiesi.

«Ancora uccel di bosco. Ma lo troverò.»

«E su Vodjanov, scoperto nient’altro?»

«Nada. È come non fosse mai esistito, quel pezzo di merda. Ho controllato le utenze degli appartamenti nel condominio della Ramos, e avevi ragione: l’interno 6 non ha tv via cavo, telefono, internet, niente di niente. Allora sono passato a fare due chiacchiere con la padrona. Cazzo, che sagoma. Dice che non lo vedeva quasi mai. E un dirimpettaio m’ha detto lo stesso.» Rumore di pagine sfogliate. «Hugo García. A quanto pare Vodjanov, quel posto, lo usava ogni tanto come punto di recapito, o come covo.»

«Recapito di cosa? Covo per cosa?»

«Che cazzo ne so.»

«Perché inondare l’appartamento di disinfettante?»

«Stessa risposta.»

Cambiai tema. «E la pista della Mustang, quella di Cootie Clanahan?»

«Ho chiesto a uno di darmi una mano a rovistare tra i dati della motorizzazione: patenti, immatricolazioni, ingiunzioni, il solito. Ma ai Casi irrisolti sono sotto organico, quindi probabilmente aspetteremo tutta la vita.» Voce carica di frustrazione.

«E che mi dici della holding che ha in mano la proprietà recintata?»

«Sto lavorando anche su questo.»

Mezz’ora dopo, Marley ricominciò a cantare. Riconobbi il numero. Avevo lavorato all’altro capo di quella linea per decine di anni.

«Buongiorno.» Tono superentusiasta.

«Non ho chiamato per fare conversazione.» Il tono della Heavner era apertamente ostile.

«È comunque un buon giorno» cinguettai.

«Mi sembrava di averle chiesto esplicitamente di non interferire con i casi assegnati al mio ufficio.»

«Ha ricevuto la mia seconda mail.»

«A quanto pare non mi ero spiegata a sufficienza.»

«Ha scoperto altro sull’identità di Vodjanov?»

«Come accidenti si è procurata un campione per il DNA?»

«Le avevo detto che io e il detective Slidell abbiamo perquisito l’auto di Vodjanov e confiscato alcuni oggetti personali?» Vero, ma irrilevante: solo un diversivo per la Heavner.



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