Presunto terrorista by Leif G. W. Persson

Presunto terrorista by Leif G. W. Persson

autore:Leif G. W. Persson
La lingua: ita
Format: azw3, epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2016-10-14T22:00:00+00:00


52.

Il pranzo era stato molto piacevole benché sul menù non fosse indicato nessun lucioperca, dato che quel lunedì il pescatore che consegnava il pesce di lago si era preso un giorno di riposo pur essendo in pensione. Avevano mangiato sgombri fritti, spinaci al vapore e insalata di patate novelle e bevuto acqua minerale gassata, anche se si diceva che quella del rubinetto fosse meglio per l’ambiente. E non avevano parlato delle indagini in corso o in generale del lavoro. Avevano solo sfiorato l’argomento ricordando Lars Martin Johansson. Era stato Lewenhaupt a cominciare, mettendosi a raccontare della prima e unica volta in cui lo aveva incontrato. Durante una battuta di caccia nel Sörmland, quindici anni prima.

Lewenhaupt stava finendo di scrivere la tesi per la laurea in storia, con il sogno segreto di diventare tutt’altro. Una spia, per la precisione una di quelle che davano la caccia alle spie, un cacciatore di spie, insomma. A quello voleva dedicare la vita. Per la caccia vera e propria, invece, non aveva mai mostrato alcun interesse, ma quella volta aveva deciso di partecipare per attenuare l’inquietudine del padre in merito alle sue inclinazioni sessuali. Quando poi aveva saputo chi era quel tale, Johansson, che compariva nella lista degli invitati, si era affrettato ad accettare.

Dopo una buona battuta e una cena ancora migliore, l’atmosfera si era fatta alquanto spensierata, ma lui era riuscito ad avvicinare Johansson e a descrivergli le sue aspettative per il futuro. Giovane e sincero com’era, aveva anche ammesso che forse le sue ambizioni si basavano su una concezione romanzata o comunque non realistica della vita di un cacciatore di spie.

Annuendo, Johansson aveva detto che la vita di un cacciatore di spie sicuramente aveva i suoi lati negativi ma per certi aspetti comprendeva anche quel qualcosa di romanzato. Ben gestito, quell’elemento poteva risultare quasi liberatorio per chi aveva la grazia di giungere alle proprie conclusioni partendo da premesse di quel tipo, per cui se fosse riuscito a tener fede a quel proposito sicuramente sarebbe arrivato lontano. Poi aveva concluso la conversazione promettendogli che si sarebbe fatto sentire non appena avesse avuto il tempo di riflettere sulla questione. Decisioni così impegnative non dovevano essere prese d’impeto, in particolare dopo una cena così squisita come quella che avevano appena consumato.

«Ma non successe niente. Sei mesi più tardi avevo perso ogni speranza, inoltre avevo letto sul giornale che Johansson avrebbe lasciato la Säpo per diventare il capo della polizia di stato. Così mi ero messo il cuore in pace pensando che avesse detto quello che aveva detto soltanto per liberarsi di me. Sicuramente aveva già sentito molti altri discorsi come il mio. Poi però mi telefonò Wiklander, chiedendomi di incontrarci. Si trattava di qualcosa di cui non poteva discutere al telefono. Successe pochi giorni dopo che avevo deciso di rassegnarmi. Jan ti ha raccontato com’è che sono finito alla Säpo?»

«No» rispose Lisa. «Ma conoscevo Lars Martin. So com’era. Era un uomo singolare.»

«Sì, l’ho capito anch’io. Quella storia che riusciva a vedere dietro gli angoli. Era vera o cosa?»

«Credo che ne fosse capace.



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