Prima e dopo (Castelvecchi) by Paul Gauguin

Prima e dopo (Castelvecchi) by Paul Gauguin

autore:Paul Gauguin [Gauguin, Paul]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggistica
ISBN: 9788868269838
editore: Castelvecchi
pubblicato: 2014-10-21T22:00:00+00:00


Chiacchiericci senza parole

Sognare da svegli è un po’ come sognare da addormentati. Quando si dorme il sogno è spesso più ardito, a volte più logico.

Dove voglio arrivare? A quello che vi ho già detto.

Questo non è un libro.

E poi reputo che tutti voi siate, come me, molto meno seri di quanto non vogliate far credere, tutti pervertiti allo stesso modo, alcuni più intelligenti, altri meno.

Lo sappiamo bene, direte voi! Ma è bene riaffermarlo, di nuovo, a ripetizione, sempre… La morale ci tiene sotto scacco come le inondazioni, soffoca la libertà, in odio alla fratellanza.

Morale boccaccesca, morale religiosa, morale patriottica, morale del soldato, del gendarme… Il dovere nell’esercizio delle proprie funzioni, il codice militare, sostenitore o oppositore di Dreyfus.

La morale di Drumont, di Déroulède.

La morale dell’istruzione pubblica, della censura.

La morale estetica; quella del critico, certo.

La morale della magistratura, ecc.

La mia raccolta non cambierà nulla di tutto questo ma almeno mi sfogo.

***

20 gennaio 1903

Degas

Chi conosce Degas? Intendo dire chi lo conosce bene. Dire nessuno sarebbe esagerato e allora diciamo solo pochi.

Milioni di lettori dei quotidiani ignorano persino il suo nome. Solo i pittori, molti per timore, gli altri per rispetto, ammirano Degas. Ma lo capiscono veramente?

Degas è nato… non saprei, ma da così tanto tempo che il risultato è che è vecchio come Matusalemme. Dico Matusalemme perché credo che a cent’anni Matusalemme dovesse essere come un uomo di trent’anni alla nostra epoca.

In effetti Degas è sempre giovane.

Rispetta Ingres e di conseguenza rispetta se stesso. A vederlo con il suo cappello di seta in testa, gli occhiali blu a coprirgli gli occhi – senza dimenticare l’ombrello – ha l’aria di un perfetto notaio, di un borghese dei tempi di Luigi Filippo.

Se c’è un uomo che non cerca di darsi arie da artista è proprio lui, lo è già talmente al naturale! E poi detesta tutte le etichette, compresa questa. È una persona molto buona ma la sua acutezza di spirito viene scambiata per ostilità.

Cattivo e ostile significano la stessa cosa?

Un giovane critico che ha la mania di esprimere opinioni come gli àuguri pronunciano le loro sentenze, ha detto di lui: «Degas, un burbero benevolo!».

Degas un burbero! Lui che per strada incede come un ambasciatore a corte. Benevolo! Che aggettivo triviale. È meglio di così.

Una volta Degas aveva a servizio una buona vecchia olandese, reliquia di famiglia, che malgrado questo o forse a causa di questo, era insopportabile. Quando serviva a tavola, il signore si guardava dal fare conversazione. Le campane di Notre-Dame-de-Lorette diventavano assordanti e lei gridava: «Non è di certo per il suo Gambetta che le campane vengono suonate in questo modo!».

Ah! Capisco che cosa si intende per burbero: Degas diffida delle interviste. I pittori cercano la sua approvazione, gli chiedono i suoi apprezzamenti e lui, il burbero, il malevolo, per evitare di dire quello che pensa, risponde molto gentilmente: «Mi scusi, ma non ci vedo bene, sa, i miei occhi…».

In compenso, non aspetta che siate famoso. Tra i giovani indovina subito chi ha talento e lui, il sapiente, non vi rimprovera mai di avere una lacuna di conoscenza.



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