Proust e Céline by Valerio Magrelli

autore:Valerio Magrelli [Magrelli, Valerio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2022-09-05T12:00:00+00:00

4. Il magnifico imprevisto.

Dunque, niente film tratti dai due narratori rivali. In verità ne avevo trovati ben quattro ispirati a Proust (di un tedesco, una belga, un italiano e una cilena) piú uno, del 2016, consacrato alla vita di Céline (Louis-Ferdinand Céline. Deux clowns pour une catastrophe, di Emmanuel Bourdieu, basato sul già citato libro di Milton Hindus del 1951, The Crippled Giant). Insomma, ero lí che frugavo in direzione di un’ulteriore, eventuale pista, quando un contrattempo ha rischiato di mettere in forse la conclusione di questo intero libro. Mentre ero ancora alla prese con le avventure cinematografiche della nostra strana coppia, la stampa europea riportò una notizia sconvolgente come un fulmine a ciel sereno.

Erano i primi di agosto del 2021, ormai lavoravo da piú di un anno al mio volume, e invece, un bel giorno i quotidiani lanciarono uno di quegli annunci da non credersi: il giornalista Jean-Pierre Thibaudat aveva finalmente recuperato gli archivi perduti di Céline. Dando la notizia di questa resurrezione in un articolo sulla prima pagina di «Le Monde», Les trésors retrouvés de Louis-Ferdinand Céline, e dedicandogliene altre tre, Jérôme Dupuis non esitava a parlare di una tra le maggiori scoperte letterarie degli ultimi decenni, grazie alla ricchissima messe di documenti ritrovati: manoscritti, lettere (tra cui la corrispondenza con lo scrittore di estrema destra Robert Brasillach) e foto inedite (come quella con la figlia Colette) – migliaia di pagine che l’autore usava tenere unite con mollette da bucato. Nel novembre dello stesso anno, usciva poi su France 5 il documentario di Elise Le Bivic e Paul Sanfourche, Céline, les derniers secrets.

Del resto, Céline sostenne sempre che nel 1944, mentre stava fuggendo verso la Germania nazista, qualcuno penetrò nel suo appartamento di Rue Girardon, a Montmartre, rubando molti testi in gran parte inediti. Questi sciacalli o epuratori, come egli stesso amava definirli, trafugarono tra l’altro circa seicento pagine di Casse-pipe, un romanzo rimasto incompiuto di cui ci sono giunti soltanto pochi resti (avrebbe dovuto chiudere una trilogia formata da Viaggio al termine della notte e Morte a credito). Senza ricostruire le intricate questioni legali connesse al lascito, basti aggiungere al ritrovamento due testi intitolati Londra e Guerra, insieme al manoscritto La Volonté du roi Krogold, oltre ad alcune versioni incomplete sia di Mort à crédit sia di Guignol’s band. Dettagli piú cupi riguardano infine la presenza di una vasta documentazione antisemita, di cui lo scrittore dovette servirsi per comporre i suoi pamphlet antiebraici, a cominciare da L’École des cadavres, edito da Denoël nel 1938.

Ripreso dall’Ansa e dalle agenzie di mezzo mondo, il servizio di «Le Monde» sosteneva che i documenti rinvenuti avrebbero modificato in maniera sostanziale la conoscenza dell’opera sinora conosciuta. In breve, sulla base di tali notizie, mi sono domandato se l’impianto stesso delle mie ricerche non stesse rischiando di venire meno. Infatti, come paragonare l’opera di Proust (un autore di cui sappiamo, se non tutto, moltissimo) a quella di un suo collega che d’un tratto, con un inatteso e sensazionale colpo di scena, si trova

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